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21/05/2020

Cinque padroni esemplari. In manette...

Diciamo “esemplari” in senso stretto... quello per cui sono stati arrestati è la normalità del rapporto padronale con i lavoratori, giusto un po’ “disattento” rispetto a qualche legge ancora esistente, dopo le tante che sono state cancellate, a cominciare da quello Statuto dei Lavoratori che proprio oggi compie 50 anni senza che al suo interno sia rimasto alcunché di rilevante (a cominciare dall’art. 18, eroso per 40 anni da accordi a perdere e infine abolito dal “democratico” Matteo Renzi).

Non stiamo esagerando. È vero, l’orario di lavoro cui questi cinque aguzzini obbligavano i propri dipendenti era un po’ troppo oltre i sogni di Carlo Bonomi, neo-presidente di Confindustria. Il quale avrà certamente apprezzato “l’iniziativa”, un po’ meno le modalità pecorecce dell’iper-sfruttamento, perché certe cose – appena meno sfrontate – si possono ottenere in altri modi più “puliti” e a prova di irruzioni poliziesche.

È vero, anche l’età di alcuni dipendenti sforava di parecchio persino i programmi di Elsa Fornero e quella crescita dell’età pensionabile che solo la pandemia – alla fin fine – ha bruscamente interrotto.

Però “fare impresa”, in questo sistema, è esattamente questa cosa qui.

Chissenefrega della salute dei dipendenti, vengano a lavorare nonostante il contagio, tanto se si ammalano li posso sempre curare nel mio ospedale e farmi pagare la retta dallo Stato (grazie alla privatizzazione della sanità e alla “concorrenza pubblico-privato” in stile Lombardia).

Certo, bisogna essere padroni di una certa levatura, come quei Rocca di Bergamo che possiedono sia la Tenaris (acciaieria per tubature petrolifere) che l’Humanitas (ospedale privato nell’epicentro dell’epidemia). Gente che del dipendente non butta via niente: prima si prende il prezzo della salute, poi anche della malattia...

Questi cinque invece erano poco più che caporali da campagne del Sud e del Nord; gente tosta, decisa, “apprezzabile” nella sua spinta al profitto, ma che solo alla prossima generazione avrebbe partorito “imprenditori che sanno stare a tavola senza ruttare”.

Stesso disprezzo per la vita, la salute, i diritti, un salario decente. Diversità nei modi e soprattutto nelle relazioni di alto bordo.

Questa è però l’essenza di un padrone, non altro.

Lombardi pure questi, naturalmente...

Qual’è la notizia? Leggete qui sotto, è fonte Ansa.
I militari del Comando provinciale di Lodi, su ordine della Procura della città lombarda, hanno eseguito numerose perquisizioni ed un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque componenti di una famiglia di imprenditori le cui aziende hanno più di 150 dipendenti. Le accuse sono di associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro, estorsione ed evasione fiscale. L’operazione – in cui sono stati impegnati oltre 100 finanzieri – ha portato anche al sequestro di beni per un importo oltre 20 milioni di euro.

Costringevano i dipendenti a turni fino a 18 ore, tanto che un autista di un camion uccise un 78enne che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali. I cinque imprenditori, tutti appartenenti alla stessa famiglia, titolari del gruppo Plozzer, attivo nel trasporto di merci deperibili, sono indagati (uno ai domiciliari, gli altri con l’obbligo di firma) nell’ambito dell’operazione Spartaco della Guardia di Finanza di Lodi. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio.

Drammatiche le intercettazioni delle conversazioni tra autisti costretti a guidare anche per 18 ore continue dai titolati del gruppo Plozzer finiti sotto indagine in un inchiesta della Procura di Lodi. In una, raccolta dai militari della Gdf, uno dei conducenti esclama: “No, io sto male, mi stavo addormentando sul volante. Io non vado ad ammazzarmi o ad ammazzare altra gente”. “È da giugno che non scendo dal camion, mi sto arrugginendo qua e ho 75 anni” dice un altro. L’anno scorso, uno degli autisti vessati uccise un anziano che stava attraversando sulle strisce pedonali a Lecco.

Alcuni dipendenti della ditta di autotrasporti Plozzer “per poter dormire sui camion che avrebbero utilizzato la mattina dopo” pagavano una cifra di 200-300 euro al mese ai loro “datori di lavoro”. Lo si evince dall’ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque dei titolari dell’azienda di autotrasporti. (Ansa)
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