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11/08/2020

L’urlo dei braccianti a Roma: il governo ammetta l’errore sul decreto regolarizzazione

Questa mattina in Piazza dell’Esquilino USB ha portato la protesta dei lavoratori migranti delle campagne, rimasti fuori dalla regolarizzazione in scadenza il prossimo 15 agosto. Tante le testimonianze e le denunce portate dalle delegazioni presenti, provenienti dall’Abruzzo, dalle Marche, dalla Calabria, dalla Puglia, dalla Campania, dal Piemonte.

Solo il 5% dei braccianti senza permessi ha i requisiti per presentare la domanda, come dimostrano i dati raccolti nelle campagne del Foggiano, del Reggino e della Campania. L’USB ha anche denunciato il proliferare del mercato nero dei documenti che, come accaduto nelle sanatorie succedutesi nel tempo, costano migliaia di euro a lavoratori pagati 3,5 € l’ora.

Continuare a confidare nelle imprese per combattere il lavoro nero significa garantire la prosecuzione sine die di questo sistema di sfruttamento, nel quale prolifera il racket dei caporali. Per una reale emersione dal lavoro nero nelle campagne è che siano gli stessi braccianti ad avere il diritto di poter denunciare il proprio impiego.

L’Unione Sindacale di Base ha ribadito la necessità di un nuovo provvedimento che garantisca la fuoriuscita dalla clandestinità per migliaia di lavoratori, l’abrogazione dei Decreti Sicurezza e la rapida convocazione di un nuovo tavolo interministeriale che affronti seriamente il ripristino della legalità nelle campagne.

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