Pochi lo hanno notato ma in questi giorni si sta consumando una spaccatura in Italia nel mondo degli economisti e dei loro sponsor. Negli stessi giorni, ma agli antipodi tra est e ovest del paese, si svolgeranno contemporaneamente “due festival dell’economia”, uno nella sua sede tradizionale a Trento, l’altro per la prima volta a Torino.
A Trento è tutto pronto per la 17esima edizione del Festival dell’Economia, organizzata dal Gruppo 24 Ore, insieme a Comune, Università e Provincia autonoma di Trento. Nel corso dei quattro giorni – dal 2 al 5 giugno – si alterneranno in Trentino 8 premi Nobel, oltre 75 relatori provenienti dal mondo accademico, 20 tra i più importanti economisti internazionali e nazionali, 26 rappresentanti delle più importanti istituzioni europee e nazionali, 36 relatori internazionali, oltre 30 tra manager e imprenditori di alcune delle maggiori imprese italiane e multinazionali e 10 ministri.
Il tema scelto per l’edizione 2022 – Dopo la pandemia (e con una guerra in corso), “Tra ordine e disordine” – animerà il dibattito tra il mondo scientifico, gli opinion leader e importanti esperti delle più diverse discipline economiche per analizzare com’è cambiato il mondo dopo la pandemia e la guerra in Ucraina.
Contemporaneamente domani a Torino si apre il Festival Internazionale dell’Economia che durerà fino a sabato 4 giugno. Anche qui saranno presenti cinque Premi Nobel – David Card, Michael Spence, Jean Tirol, Esther Duflo, Christopher Pissarides – sei ministri – Roberto Cingolani, Mara Carfagna, Enrico Giovannini, Vittorio Colao, Patrizio Bianchi, Elena Bonetti – , il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il commissario europeo Paolo Gentiloni, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. Inoltre, Liliana Segre, Roberto Saviano, Alessandro Barbero, Michael Sandel, uno dei più brillanti e autorevoli filosofi americani, Carlo Cottarelli, Luigi Zingales, Gherardo Colombo.
La rassegna diretta da Tito Boeri verte sulle Public lectures su concetti chiave dell’economia; alla frontiera, con ricerche più innovative; visioni e intersezioni per guardare alla complessità dei processi economici; nella storia e storia delle idee, per comprendere il presente attraverso il passato; oltre a racconti di testimoni autorevoli, dialoghi e forum con i protagonisti e confronti con le esperienze provenienti da altri mondi; incontri con gli autori e infine cineconomia, l’economia spiegata attraverso il grande cinema.
Se si va a cercare di saperne di più, sui motori di ricerca, si impone il Festival di Trento, forte della sua tradizione più consolidata e della sponsorizzazione de Il Sole 24 Ore. Fin qui risulta ancora impossibile sapere come si sia prodotta questa spaccatura nella comunità degli economisti e la contemporaneità dei due eventi. Qualcuno lo riduce all’imbizzarrimento di Tito Boeri verso la gestione del Festival di Trento, altri alla competizione tra il mondo industriale e finanziario del Nord Ovest verso quello del Nord Est. Qualche retroscena ha provato a dirimere la nebbia ma senza risultati concreti.
Cinque anni fa una “sottrazione” simile avvenne nel mondo dell’editoria, con Milano che nel 2016 si inventò la prima Fiera dell’editoria contendendo lo spazio a Torino che da anni ospita la Fiera del Libro. Dunque anche su questo si assiste più a eventifici che ad eventi. È il segno dei tempi.
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