Quando il cavalier Benito Mussolini firmò i Patti Lateranensi con il Vaticano nel 1929, papa Pio XI lo ribattezzò in un discorso pubblico "Uomo della Provvidenza": "E
forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha
fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola
liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli
ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e
tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i
feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi".
Sono passati 83 anni e Rigor Montis, un altro uomo della Provvidenza,
gesuita di educazione, cattolico praticante, che ha seguito durante il
suo governo la massima di togliere ai poveri per dare ai ricchi, si è
manifestato. E' salito tra noi. Porta in dono l'IMU e le scuole private
al Vaticano al posto di oro, mirra e argento. L'Osservatore Romano ha
così spiegato l'entusiasmo del Vaticano "Salire in politica è in
sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e
nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del
bene comune". L'Osservatore continua "Napolitano... al quale
tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a
vita l'uomo adatto a traghettare l'Italia fuori dai marosi della
tempesta finanziaria" A cui il Vaticano è rimasto immune... Un IMU val bene una messa. Bagnasco ha elogiato Rigor Montis "Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno".
Parla ovviamente dei sacrifici degli italiani, non risultano infatti
sacrifici del Vaticano. Se Agnelli spiegò che la Fiat è sempre
governativa, il Vaticano è qualcosa di più, si fa esso stesso governo di
uno Stato estero. Vanno distinti Chiesa e Vaticano, la prima è la casa
di tutti i cattolici, il secondo è uno Stato che fa i suoi interessi
terreni. Il Vaticano non può ingerirsi negli affari della Repubblica
Italiana, così come lo Stato Italiano non deve influenzare, ad esempio,
la nomina del prossimo Papa o del Segretario di Stato. Cavour usò la
frase "Libera Chiesa in libero Stato" per affermare il
principio della divisione tra il potere spirituale della Chiesa da
quello temporale, rappresentato dai Savoia. Non aveva previsto
Mussolini, il Vaticano, Bagnasco, Bertone e Rigor Montis. Forse è il
caso di rivedere i Patti Lateranensi.
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