Gli statunitensi ricchi comandano sul Congresso Usa, si sa. Ma stavolta stanno giocando col fuoco. E i repubblicani sembrano non capire che "i mercati" stanno per girare nel verso sbagliato per causa loro.
La Camera americana cancella l'atteso voto sul piano del suo speaker John Boehner: il testo non ha abbastanza voti per essere approvato. E tutto viene rimandato a dopo Natale e la palla passata al presidente Barack Obama. «Ora sta a Obama lavorare con il leader della maggioranza in Senato, il democratico Harry Reid, a un piano per evitare il fiscal cliff», afferma lo stesso Boehner in un laconico comunicato diffuso per annunciare che il suo progetto, che prevedeva - in caso di mancanza di un accordo sul fiscal cliff ("catastrofe fiscale") - un aumento delle tasse solo per chi guadagna più di un milione di dollari, è naufragato, non riuscendo a far breccia neanche nel cuore della camera a maggioranza repubblicana.
Obama si dice pronto a lavorare con il Congresso: «Abbiamo fiducia nel fatto che saremo in grado di trovare una soluzione bipartisan rapidamente, che tuteli la classe media e l'economia». La priorità - afferma la Casa Bianca - è assicurare che le tasse non aumentino per il 98% degli americani e per il 97% delle piccole e medie imprese.
Alla scadenza per l'entrata in vigore dei tagli automatici alla spesa e l'aumento delle tasse per il 98% delle famiglie americane mancano ormai solo 10 giorni: se un accordo in questo arco di tempo non sarà raggiunto, a partire dal primo gennaio gli americani si troveranno a far fronte ad aliquote più alte per 2.200 dollari l'anno.
Alcuni osservatori ritengono che il mancato voto renda più facile un accordo per evitare il fiscal cliff. Secondo altri invece l'incapacità mostrata da Boehner nel radunare i suoi e far approvare un testo che avrebbe rappresentato una sfida per Obama, mostra invece come sarà difficile per lo speaker della camera cercare di far passare un'eventuale intesa con il presidente, che chiede un aumento delle tasse per chi guadagna oltre 400.000 dollari.
Il mancato voto ha avuto subito un effetto: i future sugli indici di Borsa americani affondano, con lo Standard & Poor's 500 che perde l'1,5%.
Con il Congresso che si avvia a fermarsi per le vacanze e le festività della prossima settimana, i tempi sono stretti. Venerdì e il fine settimana saranno cruciali per vedere se c'è spazio per un compromesso.
La Casa Bianca vuole un'intesa e si dice ottimista e pronta a trattare: l'ultima proposta presentata da Obama è modificabile - ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney - anche se gli spazi di manovra sono limitati perché Obama è già andato incontro, a metà strada, alle richieste dei repubblicani.
Boehner, prima del voto, aveva assicurato che avrebbe continuato a trattare con Obama, ma aveva precisato: «Io la mia parte l'ho fatta, la Casa Bianca non ha fatto nulla». Il fallimento del piano B rischia di diventare per Boehner una sconfitta anche personale, con il suo ruolo di speaker della Camera che potrebbe essere messo a rischio il prossimo mese con l'insediamento del Congresso.
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