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21/12/2012

Siria, Egitto e oltre: smascherare i Fratelli Musulmani

Le complessità della Primavera Araba e la lotta per la libertà politica in tutto il mondo arabo non dovrebbero occultare quello che ormai è diventato un concetto assolutamente essenziale per tutti gli antiimperialisti: la Fratellanza Musulmana è una delle armi più potenti della classe di governo occidentale nel mondo musulmano. Anche se per alcuni è una pillola difficile da ingoiare per motivi emozionali o psicologici, basta guardare il ruolo insidioso che l’organizzazione gioca in Siria e gli abusi di potere e dei diritti umani del governo dell’Egitto. Nella guerra patrocinata dagli USA/NATO contro il governo di Assad, i Fratelli Musulmani sono emersi come la prima forza approvata dall’Occidente, l’avanguardia dell’attacco imperialista. Nel frattempo, in Egitto, il presidente Mursi e il governo dei Fratelli cercano di distruggere quella che è stata, poco più di una anno fa, la promessa della Rivoluzione.

I Fratelli Musulmani in Siria

La formazione, questa settimana, del Comando Militare Supremo che si occupa di tutti gli aiuti militari e del coordinamento con i ribelli, dimostra inequivocabilmente il ruolo di leadership dei Fratelli Musulmani nella campagna per un cambio di regime in Siria. Come informa Reuters: “Il comando unificato include molte persone legate ai Fratelli musulmani e ai salafiti… esclude gli ufficiali più importanti che hanno disertato le Forze Armate di Assad” (i). Questa struttura di comando, formata su richiesta e con il patrocinio di USA, Regno Unito, Francia, Arabia Saudita, Qatar, Turchia e altri, non si limita a includere membri della Fratellanza Musulmana, è di fatto da essa dominato. È possibile che le potenze imperiali occidentali semplicemente non si siano rese conto che il gruppo che stavano formando includeva questi elementi? Ipotizzare  una cosa del genere sarebbe come accusare di stupidità alcuni tra i principali “statisti” del mondo (Hillary Clinton, William Hague, Laurent Fabius, Ahmet Davutoglu, ecc.). Sfortunatamente non è così. Questi individui hanno collaborato per creare una testa di ponte dei Fratelli Musulmani in Siria che possano controllare e nella quale possano confidare che rispetti gli ordini dell’Occidente.

Tuttavia non basta dire che i Fratelli Musulmani dirigono questa nuova struttura militare, perché sarebbe come supporre che non sempre abbiano giocato un ruolo cruciale. Al contrario l’organizzazione è stata centrale nella destabilizzazione della Siria fin dall’inizio del conflitto armato. Lo stesso Consiglio Nazionale Siriano, originariamente la facciata dell’“opposizione” appoggiata dall’Occidente, era dominato dietro le quinte dai Fratelli Musulmani. Come ha dichiarato l’ex leader dei Fratelli Musulmani Ali Sadreddine a proposito del  CNS: “Abbiamo scelto questa facciata, accettata dall’Occidente… Abbiamo nominato [l’ex capo del CNS Burhan] Ghalioun come immagine per l’azione nazionale. Ora agiamo come Fratelli ma come parte di un fronte che include tutte le correnti” [ii]. Pertanto si vede che, in sostanza, l’organizzazione ha tenuto fin dall’inizio un considerevole grado di controllo dell’opposizione residente all’estero, chiaramente diversa dall’opposizione autoctona dei Consigli Nazionali di Coordinamento e altri gruppi. I Fratelli Musulmani, una macchina politica e paramilitare internazionale, è arrivata a dirigere la battaglia  contro Assad.

In pratica i Fratelli Musulmani hanno assicurato molte forme di leadership e di aiuto all’opposizione residente all’estero, appoggiata da Paesi stranieri, ben oltre una semplice direzione diretta. Dalla fornitura di copertura diplomatica e politica all’appoggio tattico sul terreno mediante il contrabbando di armi, al reclutamento di combattenti e altre responsabilità necessarie, l’organizzazione è arrivata a permeare ogni aspetto di quello che l’Occidente chiama per convenienza “ribelli”.

Già nel maggio 2012 i Fratelli Musulmani dell’Egitto, il centro dell’organizzazione, stavano fornendo l'appoggio politico e diplomatico di cui i ribelli necessitavano per abbattere il regime di Assad. Mentre erano sul punto di vincere le elezioni egiziane, i Fratelli erano occupati a fare commenti pubblici sulla necessità dell’intervento militare occidentale in Siria. Il portavoce dell’organizzazione, Mahmoud Ghozlan, dichiarò: “La Fratellanza Musulmana chiama i governi arabi, islamici e internazionali a intervenire… per sconfiggere il  regime [di Assad] [iii]. Questa cinica dichiarazione pubblica è una flagrante smentita di tutti gli argomenti che affermano che la Fratellanza Musulmana è in qualche modo antiimperialista, che si oppone alla dominazione occidentale del mondo arabo. Al contrario, sebbene pretenda di mostrarsi opposta all’Occidente, è in realtà uno strumento delle potenze imperiali utilizzato per distruggere nazioni indipendenti che si oppongono all’egemonia statunitense in Medio Oriente.

Questo sostegno politico e diplomatico è solo un aspetto della partecipazione della Fratellanza alla distruzione della Siria. Come ha scritto il New York Times nel giugno 2012: “Agenti della CIA operano in segreto nel sud della Turchia aiutando gli alleati a decidere quali combattenti dell’opposizione siriana dall’altra parte della frontiera riceveranno armi […] mediante una tenebrosa rete di intermediari che comprende la Fratellanza Musulmana della Siria” [iv]. L’uso della Fratellanza Musulmana per contrabbandare armi ai ribelli della Siria non dovrebbe essere una sorpresa considerando che le monarchie sunnite della regione (in primo luogo Arabia Saudita e Qatar) sono state le voci più altisonanti a favore del cambio di regime in Siria con qualsiasi mezzo. La relazione tra queste monarchie e i Fratelli musulmani è ovvia: condividono le stesse convinzioni religiose e sono nemici giurati di tutte le forme di sciismo. Inoltre sono stati parte integrante del sistema di egemonia statunitense che ha dominato la regione per decenni.

Molti in passato hanno argomentato che, sebbene condividano ideologie e “marchio” identici, il ramo siriano della Fratellanza Musulmana sia in qualche modo indipendente dalla Fratellanza Musulmana propriamente detta. Questa assurda affermazione è contraddetta dal semplice fatto che ogni posizione pubblica adottata dalla Fratellanza Musulmana siriana è stata sempre allineata direttamente con le dichiarazioni pubbliche provenienti dal Cairo, come dimostra l’articolo del Carnegie Middle East Center “La Fratellanza Musulmana in Siria”: “Fin dall’inizio della rivoluzione, la Fratellanza ha sostenuto che l’intervento straniero è l’unica soluzione possibile alla crisi in Siria. Nell’ottobre 2011, ha anche fatto appello all’intervento della Turchia e alla creazione di zone umanitarie protette in territorio turco” [v]. Quando due entità portano lo stesso nome, hanno gli stessi promotori e adottano le stesse posizioni, ci vuole un’ignoranza premeditata per argomentare che non si tratta in alcun modo della stessa entità, o più esattamente che ricevono gli ordini dagli stessi padroni.

Le potenze dietro i Fratelli Musulmani

Esaminando il ruolo estremamente insidioso che i Fratelli Musulmani giocano in Siria, bisogna innanzi tutto comprendere la relazione storica tra la Fratellanza Musulmana e l’imperialismo occidentale. L’organizzazione fu fondata da Hassan al-Banna [nella foto in alto] nel 1928 con l’intenzione di ricreare una forma più pura dell’Islam che era esistita secoli prima. Tuttavia questo fu solo il paravento religioso creato per camuffare le intenzioni politiche dell’organizzazione. Nell’articolo del Mother Jones intitolato “Che cos’è la Fratellanza Musulmana e si impadronirà dell’Egitto?” l’autore spiega che “I Fratelli Musulmani sono serviti da ariete contro nazionalisti e comunisti, e nonostante l’antiimperialismo basato sull’Islam dei Fratelli il gruppo ha finito spesso per fare causa comune con i colonialisti britannici. Ha funzionato da agenzia di intelligence, infiltrando gruppi di sinistra e nazionalisti” [vi]. Questo fatto indiscutibile per cui la Fratellanza Musulmana ha funzionato, anche ai suoi primordi, come braccio de facto dell’intelligence occidentale, è decisivo per capire il suo sviluppo e il suo attuale potere politico.

Tuttavia c’è chi argomenta che, nonostante questa “coincidenza” di obiettivi e piani, i Fratelli Musulmani non sono mai stati legati direttamente alla comunità dell’intelligence. Però, come indica chiaramente Robert Dreyfuss, autore dell’articolo del Mother Jones, esistono numerose prove che vincolano direttamente alla CIA la dirigenza della Fratellanza Musulmana:

Eisenhower_RamadanAll’epoca [1954], il principale organizzatore internazionale del gruppo e il suo funzionario più noto era Said Ramadan, genero di Hassan al-Banna. Ramadan aveva richiamato l’attenzione della CIA e del MI6, il servizio segreto britannico. Facendo ricerche per il mio libro… trovai una fotografia rara  [qui a fianco] che mostra Ramadan con il presidente Eisenhower nello Studio Ovale. All’epoca, o poco dopo, è probabile che Ramadan sia stato reclutato come agente della CIA. Il periodista del Wall Street Journal Ian Johnson, ha documentato successivamente gli stretti legami tra Ramadan e diversi servizi di intelligence occidentali… Johnson scrive: "Alla fine del decennio, la CIA sosteneva apertamente Ramadan" [vii].

Il fatto che la figura centrale dell’organizzazione internazionale sia stato un noto agente della CIA corrobora le affermazioni di innumerevoli analisti e ricercatori secondo cui la Fratellanza è stata utilizzata come arma contro Nasser e, in pratica, contro tutti i dirigenti arabi socialisti che allora facevano parte di una crescente marea di nazionalismo arabo che cercava, come obiettivo supremo, di rendersi indipendente dalla dominazione imperiale occidentale.

Per capire pienamente come la Fratellanza sia diventata l’organizzazione che attualmente conosciamo, bisogna comprendere la sua relazione con la famiglia reale dell’Arabia Saudita. In pratica i sauditi sono stati i principali finanziatori della Fratellanza per decenni per gli stessi motivi per cui ne avevano bisogno gli USA e le potenze occidentali: l’opposizione al nazionalismo arabo e alla crescente “insolenza” degli Stati sciiti. Dreyfuss scrive: “Fin dai suoi inizi, la Fratellanza fu finanziata generosamente dal regno dell’Arabia Saudita, che apprezzava la sua politica ultraconservatrice e il suo virulento odio per i comunisti arabi” [viii]. Sostanzialmente, mentre gli USA nel dopoguerra cominciavano a esercitare il loro potere in tutta la regione, la Fratellanza Musulmana stava lì come beneficiario ben disposto e umile servitore che seminava odio tra sunniti e sciiti, e adottava un’ideologia salafita piena di odio che predicava il conflitto e la guerra inevitabile tra le branche dell’Islam. Naturalmente, tutto a beneficio delle potenze occidentali che si preoccupavano poco dell’ideologia e molto di più del denaro e delle risorse.

Strumento delle potenze occidentali attualmente?

Spesso si dice che, sebbene le fonti storiche dimostrino inequivocabilmente che la Fratellanza sia  intimamente connessa ai servizi di intelligence occidentali, l’organizzazione è in qualche modo cambiata, che è diventata una forza pacifica per il progresso politico nel mondo arabo. Come hanno mostrato i fatti recenti in Egitto, niente è più lontano dalla verità. Con l’antidemocratico tentativo del presidente egiziano Mursi di impadronirsi del potere, la limitazione delle libertà civili, dei diritti delle donne e delle minoranze religiose ed etniche, la Fratellanza Musulmana ha dimostrato di essere poco più che una forza politica reazionaria che si presenta come una forma di “progresso”.

E se rimanesse qualche dubbio sulle vere intenzioni e motivazioni della Fratellanza Musulmana una volta arrivata al potere in Egitto, basta considerare la sua posizione rispetto alle istituzioni del capitale finanziario globale, in particolare il Fondo Monetario Internazionale. In una delle prime decisioni prese da Mursi e dal governo della Fratellanza Musulmana, Il Cairo ha stabilito che, in pratica, avrebbe gradito prestiti condizionati del FMI per salvarsi dalla prospettiva di una continua crisi economica. Tuttavia, come parte delle condizioni del prestito, il governo di Mursi dovrebbe ridurre drasticamente i sussidi, le regole e altre  “restrizioni al mercato” mentre aumenterebbe le imposte alla classe media. Essenzialmente, questo significa che la Fratellanza ha concordato il solito cocktail di medicina dell’austerità che è stato somministrato così tante volte dagli agenti del capitale finanziario in tutto il mondo. Questo, naturalmente, provoca la domanda: È stata la fine della Rivoluzione? Di sicuro molta gente nelle piazze del Cairo si fa la stessa domanda. O, per dirlo con più esattezza, conosce già la risposta.

In Egito, come in Siria, la Fratellanza Musulmana è diventata un appendice della classe governante imperialista occidentale. Ha servito fedelmente questi interessi per decenni, anche se la facciata, i volti e la propaganda sono cambiati con il passare degli anni. Quando vediamo le tragiche immagini della Siria o le decine di migliaia di persone nelle piazze del Cairo, dobbiamo domandarci perché si sia tardato così tanto a denunciare, o anche a capire, questa perfida organizzazione. La risposta è, come al solito, perché serve agli interessi del capitale globale mantenere la confusione nel resto del mondo su chi sono davvero i nemici del progresso. Rivelando la loro autentica natura, le vere forze della pace e del progresso in tutto il mondo possono respingere i Fratelli Musulmani e il sistema imperiale in tutte le loro forme aperte e coperte.

Note
[i] http://news.yahoo.com/rebels-circle-damascus-airport-russia-u-downbeat-013515100.html
[ii] http://www.reuters.com/article/2012/05/06/us-syria-brotherhood-idUSBRE84504R20120506
[iii] http://english.al-akhbar.com/content/egypts-brotherhood-calls-intervention-syria
[iv] http://www.nytimes.com/2012/06/21/world/middleeast/cia-said-to-aid-in-steering-arms-to-syrian-rebels.html?pagewanted=all&_r=0
[v] http://carnegie-mec.org/publications/?fa=48370
[vi] http://www.motherjones.com/politics/2011/02/what-is-the-muslim-brotherhood
[vii] Ibidem.
[viii] Ibidem.
[ix] http://www.albawaba.com/business/morsi-egypt-imf-loan-432065


Eric Draitser è il fondatore di StopImperialism.com e analista geopolitico indipendente che vive a New York. È collaboratore regolare di Russia Today, Press TV, GlobalResearch.ca, e altri mezzi di informazione. 

Fonte: http://www.counterpunch.org/2012/12/13/unmasking-the-brotherhood/

Traduzione per Senzasoste di Andrea Grillo, 20/12/2012

Fonte

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