“Moralità e legalità per una riscossa civica. Queste due linee guida per il nostro futuro hanno convinto Piero Grasso a correre con noi”. Così Pierluigi Bersani esordisce nella conferenza stampa di presentazione della candidatura del procuratore antimafia per le prossime elezioni politiche nella
sede romana del Pd, spiegando che ha convinto il magistrato durante un
colloquio del 17 dicembre, durante l’incontro istituzionale per gli
auguri di Natale al Capo dello Stato.
Grasso ha poi preso la
parola per spiegare le ragioni della sua scelta: “Ho detto no, in
passato, a molti incarichi e ho continuato a fare il magistrato per 43
anni. Ma nel corso degli anni, soprattutto dopo gli incontri sulla legalità
con i giovani, ho capito che bisogna dare delle risposte, che è
necessario rappresentare le proprie idee. Potevo restare nella
magistratura fino al 2020, ma volevo entrare in politica da cittadino,
non da magistrato. E, per coerenza, ho dato le dimissioni.
Il Pd mi ha offerto un’occasione democraticamente valida, anche perché
questo partito con le primarie supera una legge elettorale che tutti
criticano ma nessuno cambia. Questa è la mia nuova casa, qui mi trovo
bene”.
Nella seconda parte del suo intervento Grasso è entrato
nello specifico delle sue idee: “Non voglio usare espressioni come
‘salite’ o discese’. Il mio impegno è prendere la mia esperienza e
portarla in politica. Il mio progetto è rivoluzionare il sistema della giustizia. Non ci può essere un illusionista che tira fuori dal cilindro promesse che non possono essere mantenute”.
Fonte
Dopo Ingroia ci voleva anche Grasso...
Trovo che la corsa alle elezioni stia assumendo sempre più i connotati della Wacky Races, ovvero roda da circolo dei buffoni.
In questo ridicolo carosello diventa facile comprendere come Berlusconi sti agendo da cartina di tornasole per la ri-aggregazione del sistema politico italiano intorno a un modello rimasticato di bipolarismo, che contempla lo schieramento dei rigoristi che hanno trovato in Monti il proprio messia (da Fini a Casini passando per Ichino) e una sinistra ormai appittita sul modello socio economico dominante la cui carta elettorale prevalente è quella d'una legalità che ben si guarda dal porre in cima ai propri obiettivi la giustizia sociale.
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