Inutile dire che il documento è poi trapelato, e il contenuto è apparso scottante: descrive una realtà sociale che ogni anno si aggrava.
Non solo: anche il numero dei poveri in Germania ha continuato a salire: nel 2008 il 15,5% dei cittadini, nel 2010 il 15,8. Tra coloro che vivono da soli, o tra i genitori single, arriva fino al 37%. La soglia di povertà in Germania è a 940 euro.
Ma la cosa più interessante è che il report è stato censurato nella versione consegnata alla stampa, e censurato sostituendo l'originale con balle belle e buone. Leggete questo scottante periodo:
"Mentre i salari più alti sono cresciuti negli ultimi 10 anni, quelli più bassi sono crollati. La forbice salariale è aumentata, e questo potrebbe urtare il senso di giustizia della gente e mettere a rischio la coesione sociale."
Decisamente troppo osé, e poi cosa penserebbero gli italiani che ritengono che l'operaio tedesco nuoti nell'oro nel Paese di Bengodi? Così, ecco la versione edulcorata per la stampa tedesca:
La discesa dei salari è l'espressione di miglioramenti strutturali del mercato del lavoro, e ha creato tante opportunità per i disoccupati.
Voilà, il solito blabla dei robi strutturali che suona sempre bene è servito. Poi si sono operati interi tagli, come la frase in cui si riportava: "Nel 2010 oltre quattro milioni di persone hanno lavorato per meno di 7 euro l'ora". Zac! Via, non si deve sapere.
Nel governo e nell'opinione pubblica tedeschi è scoppiato un bel cancan. D'altronde, non è bello che un governo tenti di nascondere la verità sotto il tappeto. In Italia, invece, neanche una parola: ciò che è davvero scottante, qui, non è che in Germania si pratichi la censura. E' che in Germania ci siano poveri, salari miserabili, rischio di crisi sociali. Quello proprio non si deve sapere.
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