Sono giorni cruciali in Tunisia, dove il negoziato per porre fine alla crisi politica che blocca il Paese è serrato: entro sabato dovrebbe arrivare il nome del nuovo primo ministro che avrà due settimane per formare il governo che traghetterà il Paese al prossimo appuntamento elettorale.
Il potente sindacato tunisino, UGTT, è riuscito a mediare tra le parti,
portandole una settimana fa ad accordarsi su una road map che prevede le
dimissioni del primo ministro Ali Larayedh, esponente del partito
islamico Ennahda, la formazione di un esecutivo di transizione e,
contemporaneamente, l'elezione da parte dell'Assemblea costituente dei
membri della Commissione elettorale, prima ancora dell'adozione della
nuova Costituzione che dovrebbe essere terminata entro la fine del mese.
Oggi è previsto un incontro tra gli esponenti del partito islamico
Ennhada, eletto due anni fa alla guida del Paese nelle prime elezioni
dopo la caduta dell'ex presidente Ben Ali, e l'opposizione che da mesi
ne chiede le dimissioni per l'incapacità di affrontare la crisi
economica e di contrastare l'espansione di fazioni islamiste che
minacciano la stabilità e la sicurezza della Tunisia.
Il Paese dei gelsomini è stato teatro di un duplice attentato terroristico due giorni fa:
un kamikaze si è fatto esplodere sulla spiaggia di Sousse affollati di
turisti senza provocare vittime. È stato il primo attacco suicida in
oltre un decennio. A Monastir, invece, un diciottenne è stato arrestato
mentre tentava di farsi saltare in aria dentro il Mausoleo di Bourghiba.
Altre quattro persone sono state arrestate in relazione agli attentati.
Secondo l'opposizione, Ennahda non ha fatto abbastanza per fermare l'avanzata di gruppi jihadisti che sarebbero dietro l'assassinio dell'esponente dell'opposizione Mohamed Brahmi, lo scorso luglio. Dalla morte di Brahmi sono esplose le proteste contro il governo
che dopo mesi ha accettato di negoziare la sua uscita di scena.
Larayedh ha assicurato che si dimetterà se la road map sarà rispettata.
Intanto, lunedì scorso ci sono stati scontri all'università di Tunisi
tra studenti legati alla sinistra e quelli vicini alle formazioni
islamiche.
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