“I domiciliari a Giulia Ligresti sono stati concessi per una serie di "circostanze obiettive" e "sarebbe arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne di qualunque natura" afferma in una nota il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, in merito al caso Fonsai. Il procuratore è tornato ad intervenire fornendo tutti gli assist necessari al Ministro Cancellieri finito nella bufera per le telefonate sulle condizioni di salute della detenuta "eccellente" Giulia Ligresti.
Nel comunicato il dott. Caselli sottolinea che: "tutte le risultanze del fascicolo (ormai pubbliche e riscontrabili: documenti, acquisizioni processuali, atti d'indagine e accertamenti peritali) testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la concessione degli arresti domiciliari è avvenuta esclusivamente in base alla convergenza di decisive circostanze obiettive: le condizioni di salute verificate con consulenza medico-legale e l'intervenuta richiesta di “patteggiamento da parte dell'imputata, risalente al 2 agosto e perciò di molto antecedente le conversazioni telefoniche oggetto delle notizie". “È arbitraria e destituita di ogni fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne di qualunque natura» scrive Caselli insieme ai pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, ricostruendo tempi e modalità della scarcerazione in modo tale da escludere un nesso causale tra l'interessamento del ministro (il 17 agosto) e la concessione dei domiciliari (il 28 agosto).
In realtà la prima telefonata del Ministro Cancellieri con Gabriella Fragni, la compagna del finanziere-costruttore milanese Salvatore Ligresti, risale ad un mese e mezzo prima, il 17 luglio, il giorno stesso dell’arresto di Giulia Ligresti.
Qui di seguito la telefonata del 17 luglio con la compagna di Salvatore Ligresti:
“Se tu vieni a Roma, proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti, guarda non è giusto, non è giusto”. Così Cancellieri si rivolge a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti e sua amica. Nella telefonata del 17 luglio scorso agli atti dell'inchiesta di Torino su Fonsai, il ministro esprime la sua vicinanza alla Fragni. «Io sono mesi che ti voglio telefonare per dirti che ti voglio bene, la vita mi scorre in una maniera indegna». “Comunque guarda - continua - qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so io cosa posso fare, però guarda sono veramente dispiaciuta”.. “Sono veramente dispiaciuta - insiste - Ma sono mesi che ti voglio... poi ci sono state le vicende di Piergiorgio (Peluso, il figlio del ministro Cancellieri ndr) quindi... guarda... Eh vabbé io non so se quanto mai rientrerò a Milano, ma appena riesco ad arrivarci, ormai fino a tutto settembre, ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa veramente, con tutto l'affetto di sempre... con tutto l'affetto di sempre guarda, non...”. Qui la telefonata si conclude con la Cancellieri che termina così la conversazione: “Ti abbraccio con tantissimo affetto”. Il contesto sembra quello effettivamente di una telefonata molto personale con un ministro coinvolto affettivamente dalla conoscenza diretta delle persone coinvolte nel caso giudiziario. Il problema è che non è stata l'unica telefonata.
Giulia Ligresti era stata arrestata il 17 luglio nell’ambito dell’inchiesta sul falso in bilancio della Fonsai, ma dal 18 settembre era tornata una persona libera. Il gip Ilaria Guarriello, del tribunale di Torino, infatti aveva accolto la richiesta presentata dai difensori della donna, Alberto Mittone e Gianluigi Tizzoni, di revocare anche gli arresti domiciliari concessi ad agosto. La figlia dell'ingegner Salvatore Ligresti aveva patteggiato lo scorso 3 settembre, uscendo così dall'inchiesta su Fonsai.
Colpisce non poco un passaggio dell’articolo del Sole 24 Ore del 19 settembre secondo cui: “La scelta di Giulia ha spiazzato gli altri indagati, rompendo il fronte difensivo comune. E adesso i magistrati stanno lavorando anche per capire se, nei mesi scorsi, ci siano stati dei tentativi di influenzare le testimonianze da parte di qualcuno”.
L'udienza per il patteggiamento di Giulia Ligresti si è tenuta il 3 settembre davanti a un Gip del tribunale di Torino. La figlia dell'ingegnere di Paternò si trova in carcere dal 17 luglio scorso per le accuse di falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato. Ma la difesa dell'ex amministratrice del gruppo Fondiaria Sai aveva trovato un accordo con la procura di Torino per un patteggiamento a poco meno di tre anni e al versamento di un milione di euro. Giulia Ligresti dal momento della sua carcerazione aveva perso 6 chilogrammi e, stando a quanto aveva scritto il medico, le sue condizioni di salute erano incompatibili con la detenzione, che avrebbe acutizzato precedenti patologie. Il dimagrimento riscontrato, secondo il medico, se dovesse proseguire potrebbe avere delle gravi conseguenze sulla salute di Giulia Ligresti. Alla luce di questa situazione i magistrati - che già si erano espressi favorevolmente sulla richiesta della difesa di attenuare la misura cautelare - avevano fatto richiesta al Gip per la concessione degli arresti domiciliari… e la richiesta è stata accolta.
Il Ministro Cancellieri riferirà sulla vicenda martedì al Senato alle ore 16.00. Sul suo capo pende la richiesta di dimissioni presentata, per ora, solo da un gruppo parlamentare: il M5S. "Con questo atto, dovuto al cospetto di azioni svolte interamente in ambito privato e informale da parte del Guardasigilli, il MoVimento 5 Stelle intende non solo mettere il ministro di fronte alle proprie responsabilità, ma anche ricevere tutte le informazioni del caso rispetto alla rete che, alla sua richiesta di attivazione, ha tradotto i suoi desideri in azioni", spiega la nota dei pentastellati. "Questa mozione - concludono i deputati del M5S - non è dunque un atto circoscritto, ma riguarda una vicenda la cui ampiezza ha contorni che restano al momento ancora indefiniti".
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Poi ci vengono a parlare di senso dello Stato. Qui sono tutti uguali e il senso dello stato lo applicano esclusivamente quando la longa manus delle istituzioni viene bene per sistemare i cavolacci propri, alla faccia di chi era convinto che a gettar discredito sulle istituzioni fosse soltanto Berlusconi e le zozze con cui si accompagna.
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