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03/12/2014

Escalation militare, Nato e Russia sempre più ai ferri corti


Mentre a Kiev il parlamento votava un incredibile governo targato Nato e composto da ben tre ministri stranieri, i ministri degli Esteri dei Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica hanno annunciato nuove misure di sostegno a Kiev, hanno condannato il rafforzamento della presenza militare russa in Crimea e quello che definiscono come la «deliberata destabilizzazione» dell'Ucraina orientale da parte di Mosca. Nella dichiarazione diffusa in occasione della conferenza ministeriale dell'Alleanza atlantica a Bruxelles, i ministri si sono detti anche «preoccupati per i piani russi di ulteriore rafforzamento militare sul Mar Nero».

"Condanniamo con forza la continua e deliberata destabilizzazione russa dell'Ucraina orientale, in violazione della legge internazionale", si legge in un comunicato diffuso dai ministri Nato e dal ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin, che ha partecipato in videoconferenza.
Un modo per giustificare le nuove misure aggressive nei confronti di Mosca attivate dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ha annunciato l’apertura di quattro fondi fiduciari per contribuire all'aggiornamento della logistica, delle capacità di guerra informatica, di comando e controllo e di servizi medici delle forze armate di Kiev. In programma un altro accordo su un quinto fondo, destinato a sostenere i soldati ucraini feriti, almeno ufficialmente.

Inoltre è già previsto che all’inizio del 2015 gli Stati Uniti invieranno in Polonia, Bulgaria, Romania e Repubbliche Baltiche un totale di 150 carri armati pesanti nell’ambito della missione Nato denominata “Atlantic Resolve”.
Sempre negli ultimi giorni la Nato e la Georgia hanno concordato la creazione di un centro d’addestramento militare a Tbilisi, nel quale gli istruttori della Nato lavoreranno al fianco dei soldati georgiani impegnati contro due repubbliche che rivendicano l’indipendenza sostenute invece da Mosca.

Da parte sua la Russia ha accusato la Nato affermando che le manovre dell’alleanza nel Baltico potrebbero distruggere la stabilità nell’Europa del nord e ha ammonito a non pensare a un’adesione dell’Ucraina all’alleanza militari che fa perno su Usa e Ue. Parlando in un’intervista all’agenzia di stampa Interfax, il viceministro degli Esteri russo Alexei Meshkov ha detto che “infinite esercitazioni militari, il dispiegamento di aerei capaci di portare armi nucleari nei paesi del Baltico” porterà alla “distruzione” della stabilità e della sicurezza nella regione del Nord Europa.
Alla Nato che ha portato migliaia di mezzi e uomini nei paesi confinanti con la Russia e ha istituito una forza di reazione rapida esplicitamente orientata contro il paese accerchiato, il governo russo sta rispondendo con un analogo aumento del dispiegamento delle forze armate ai propri confini.

Nei prossimi anni, nonostante l’economia in caduta libera a causa delle sanzioni occidentali e la caduta del prezzo del petrolio provocata dalle manovre dell’Arabia Saudita, il governo di Mosca ha deciso un consistente incremento per gli stanziamenti per la difesa: in base alla finanziaria russa 2015-2017, approvata dalla Duma pochi giorni fa, il prossimo anno la spesa per l’apparato militare e la difesa crescerà del 33%, da 42 a 56 miliardi di euro raggiungendo il 4,2% di un prodotto interno lordo (Pil) previsto in discesa per la prima volta dagli ultimi anni. Poi è previsto che dopo il forte incremento del 2015 le spese relative alla difesa nazionale siano  rispettivamente ridotte, nel 2016 e nel 2017, al 3,7% e al 3,6% del Pil.
Inoltre, mandando le sue navi da guerra nel Canale della Manica e con i suoi test missilistici intercontinentali nel Mare di Barents la Russia continua a mostrare i muscoli all'Occidente. Le forze russe - scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung che cita l'agenzia russa Tass - hanno testato nelle settimane scorse più volte dei missili intercontinentali Bulawa (Nato-Code: SS-N-30) lanciati da un sottomarino atomico. I missili sarebbero caduti nella penisola della Kamchatka.

Intanto quattro navi della Marina russa transitate dal Canale della Manica sono state protagoniste di un piccolo giallo. Un comunicato rilanciato dalla stampa russa affermava che le quattro imbarcazioni militari, un incrociatore, una nave cisterna, una nave da sbarco e un rimorchiatore, alla rada in acque internazionali al largo della Normandia, avrebbero "effettuato una serie di esercitazioni per combattere forze sottomarine infiltrate". Ma la Nato ha smentito, affermando che le navi erano in transito ed erano all'ancora in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo. "Sappiamo che quattro navi russe hanno attraversato lo stretto di Dover dal Mare del Nord alla Mancia, cosa che tutte le navi hanno diritto di fare in base alle leggi internazionali" ha detto un portavoce dell'Alleanza. La marina britannica ha controllato a vista le quattro navi russe durante il transito attraverso la Manica.

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