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02/04/2016

Lo Stato al soldo dei petrolieri. Indagato anche il capo della Marina Militare

Mentre l’ex ministro dello sviluppo economico, l’imprenditrice Federica Guidi, protesta sui giornali di “non aver voluto favorire mio marito” (facendo passare l’emendamento che gli avrebbe procurato un subappalto con la Total), l’inchiesta della Procura di Potenza si rivela molto più consistente del previsto.

Con l’iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina, e di Valter Pastena, dirigente della Ragioneria dello Stato, altri pezzi consistentissimi della struttura istituzionale e di potere finiscono sotto inchiesta. Anche per loro l’accusa è di associazione per delinquere, abuso d’ufficio e traffico di influenze. Per inciso, è la stessa imputazione rivolta a carico di  Gianluca Gemelli, convivente della Guidi.

Per capire il clima di questo disgraziato paese, però, andrebbero letti attentamente alcuni tweet “populisti” e “anticasta” che lo stesso Gemelli aveva messo in rete, e che mostrano come l’attuale “classe imprenditoriale” italica sia capace di giocare tutte le parti in commedia:
A tutti i politici… il governo ha carta bianca per tartassare i cittadini, ma non può abbassare gli stipendi dei parlamentari… BUFFONI!!!

Ai politici... Se non adeguate i vs stipendi a quelli europei non potete permettervi di chiedere sacrifici. La gente è stanca di voi!!!

Perché Francia e Germania hanno fatto l’accordo con la Svizzera e da noi tartassano sempre gli stessi???

E’ avvilente dover constatare che non abbiamo offerta politica credibile, l’Italia ha perso l’occasione Renzi!!!
Un vero campionario di frasi fatte apposta per la rete e che dimostra quanto questo imprenditore – che pure aveva un ministro in casa, da cui avrebbe preteso emendamenti a suo favore, e che quindi era, insieme alla ministra-imprenditrice, a tutti gli effetti un membro della “casta” – sia pronto a cavalcare qualsiasi cavallo. Oggi (qualche giorno fa; l’ultimo di questi tweet è di febbraio, poche settimane dopo aver incassato l’emendamento petrolifero che ha inchiodato sua “moglie”) a palazzo Chigi c’è ancora Renzi, ma se domani dovessero arrivare fascio-leghisti o grillini, lui sarebbe prontissimo ad esibire un curriculum “anticasta”. E a chiedere altri emendamenti, ovvio…

Inutile dire che, con queste nuove conferme, la tempesta che Renzi aveva provato ad arginare non potrà che crescere di potenza. Anche perché uno dei pilastri della “comunicazione” filorenziana – la corazzata Repubblica – sembra non voler fare più troppi sconti a un governicchio partito per “innovare” e in via di decomposizione per vicende da salumieri… Vedi qui.

Col passare delle ore, del resto, la pressione dell’inchiesta sul governo si fa più diretta. I pubblici ministeri di Potenza, infatti, hanno deciso di “ascoltare” il ministro per i Rapporti con il Parlamento, miss Maria Elena Boschi, e l’ormai ex dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Naturalmente, come avviene spesso in questi casi, saranno i magistrati ad andare a Roma e non viceversa. Se non altro per non sentirsi rinviare all’infinito l’appuntamento per “sopravvenuti impegni istituzionali” (che la Guidi, comunque, non ha più...).

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