La mobilitazione in occasione della giornata dei lavoratori, quest’anno, per i movimenti sociali e i sindacati di base napoletani è andata in scena a Bagnoli. Non poteva essere altrimenti. In nessun quartiere cittadino si è riscontrato un simile livello conflittuale come nell’ex zona operaia dell’area occidentale del capoluogo campano.
D’altronde qui il commissariamento governativo ha ulteriormente accelerato e stimolato i processi di opposizione sociale. Renzi a Bagnoli ci può venire solo con veloci blitz. Ogni volta che invece ha annunciato per tempo la sua visita è stato puntualmente contestato e la polizia ha dovuto tenere lontane le proteste anche con cariche, lacrimogeni e manganelli.
Durante la mobilitazione del Primo Maggio le parole d’ordine restano
uguali a quelle dei mesi e delle settimane precedenti: “chi ha inquinato
deve pagare” “no al jobs act” e “ via il governo Renzi”.
Duemila persone circa sfilano partendo da Fuorigrotta per arrivare in via Coroglio a ridosso dell’area commissariata. Il grosso del corteo è composto da giovani dei centri sociali o da associazioni giovanili di quartiere ma tanti sono anche gli attivisti dei sindacati di base (Usb, Cobas e Sicobas). In via Coroglio, tra il mare e Città della scienza, il corteo devia dal percorso autorizzato per infilarsi nell’area interessata dal commissariamento.
Passando per un cancello dell’ex Ilva i manifestanti continuano a
sfilare attraverso i campi inquinati dall’Italsider, in un paesaggio
lunare intervallato dagli scheletri delle ex strutture produttive
dell’Ilva. Ruderi cadenti e archeologia industriale che narrano di
quando questi luoghi erano zone operaie e comuniste, di disoccupazione
contenuta ma anche di inquinamento tossico e mare non balneabile. Corto
circuito tipico delle società capitaliste dove il benessere economico
mette a rischio la salute e devasta l’ambiente. Nel mare di Bagnoli il
bagno non si può fare.
Il corteo si trasforma così di fatto in un tour dell’orrore. Chilometri di terra violentata da un insano sviluppo economico. Da qui è facile capire perché tante mire speculative su quest’area stretta tra il mare e le colline di Posillipo. Questo è un posto bellissimo, un vero regalo di Madre Natura che solo le lotte potranno riconsegnare alla vivibilità collettiva. Solo bonifiche effettuate sotto controllo popolare potranno resuscitare il mare.
Il corteo poi passando attraverso i garage della Città della Scienza torna in strada per andare a concludersi nella piazza principale del quartiere.
In contemporanea con il corteo antagonista va in scena a Forcella la stantia sfilata istituzionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Le cronache riferiscono di scarsissima partecipazione del quartiere. A Forcella sfilano pure il sindaco e la candidata del PD Valente rendendo esplicito il carattere completamente strumentale di un happening organizzato dai sindacati confederali a vantaggio degli esponenti politici e di potere responsabili dei tagli, del Jobs Act, dello Sblocca Italia.
La settimana scorsa la stessa Valente aveva tentato di partecipare al corteo del 25 aprile ma era stata velocemente allontanata (senza essere minimamente sfiorata) per poi lamentarsi sulla stampa per l’antidemocraticità degli antagonisti. Ieri invece, tra i “ democratici” amici e complici della triplice sindacale ha potuto effettuare la propria passerella elettorale in tutta tranquillità. In un simile quadro i militanti dell’area critica della Cgil, “Il sindacato è un’altra cosa”, appaiono sempre più distanti dalla propria organizzazione e hanno preferito sfilare con i movimenti piuttosto che con Cisl Uil e Pd.
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