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31/05/2016

Majdan per Monsanto & Co.

Petro Poroshenko ha chiesto alla Rada di approvare le modifiche alla Costituzione relative alla legislazione giudiziaria, sostenute (ma davvero?!), ha specificato il presidente, da USA, Commissione Europea e Commissione di Venezia, UE e Consiglio d’Europa.

A rischio di apparire pedissequi ripetitori di una storia a noi ben nota, la riforma suggerita a Poroshenko ipotizza un cambiamento del sistema di immunità dei giudici, che permetterà di “perseguire efficacemente i giudici corrotti, che distorcono il sistema giudiziario”. Previste “misure decisive per depoliticizzare il sistema giudiziario” e ridurre l’influenza del Presidente su di esso. In particolare, verrebbe eliminata la nomina dei giudici per la durata di cinque anni da parte del presidente e quest’ultimo potrà solo controfirmare la candidatura presentata al Consiglio Supremo di Giustizia. Saranno eliminati anche i cosiddetti tribunali superiori specializzati, si creerà la Corte di cassazione e nel Consiglio Supremo di Giustizia verrà aggiunto un Consiglio popolare, che dovrebbe garantire una reale influenza pubblica sulla trasparenza delle candidature.

“Riforme” europeiste e “antigiustizialismo” a parte, ieri l’ex primo ministro ucraino e regina del gas, Julja Timoshenko, ha tirato un affondo sul cosiddetto “nuovo memorandum di collaborazione” che si starebbe mettendo a punto tra Kiev e FMI, definendolo antisociale. Gli interessi della bionda oligarca vanno certamente in direzione opposta ai “sentimenti sociali” da lei compianti, ma in ogni caso la denuncia è indicativa del ruolo assegnato a Kiev dai centri dell’imperialismo occidentale. Timoshenko ha detto che il documento sarebbe stato preparato in segreto da presidente e governo, alle spalle del parlamento, dopo di che il fatto è stato ammesso dal Ministero delle finanze, dal Ministro per lo sviluppo economico Stepan Kubiv e dal presidente del consiglio Vladimir Grojsman, salvo essere semi smentito qualche ora dopo.

Il memorandum prevede innanzitutto l’eliminazione della moratoria sulla privatizzazione dei terreni agricoli, la fine delle agevolazioni per l’agricoltura nazionale ucraina, l’aumento delle tariffe comunali su energia elettrica e gas, l’abrogazione delle agevolazioni per l’andata in pensione di insegnanti e medici e, in definitiva, il taglio di queste categorie professionali. Già dal 1 maggio sono state eliminate le cosiddette tariffe energetiche sociali, unificandole in una tariffa unica, praticamente doppia e dal 1 luglio aumenterà il costo dell’acqua calda e del 90% quello del riscaldamento.

Non si tratta solamente di nuove condizioni dettate a Kiev per ricevere l’ultima tranche di “prestiti”, per 1,7 miliardi di $, congelata da fine 2015; come appare evidente soprattutto dalla questione dell’eliminazione della moratoria sulla privatizzazione dei terreni agricoli, si sta istituzionalizzando la vittoria dei grandi monopoli agroalimentari internazionali (Cargill, Monsanto, Dupont, AgroGeneration, ecc.) che già prima del golpe del febbraio 2014 (!!) avevano puntato i propri appetiti sulle fertili terre nere dell’Ucraina occidentale e meridionale. Il cerchio di majdan si chiude sui suoi “romantici estimatori”.

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