In questo bell’articolo su Forbes,
Frances Coppola spiega gli incalcolabili danni inflitti dalle autorità
europee alla popolazione greca. L’infinita “crisi greca”, provocata al
fine di salvare il sistema bancario dell’Europa centrale, ha spazzato
via un’intera economia, condannando un popolo alla disoccupazione
perenne, alla crisi demografica e a un futuro senza speranza. Questa è
l’agghiacciante realtà che sta dietro l’ingannevole immagine di questa
“Europa dei popoli”.
Di Frances Coppola, 23 maggio 2016
Il FMI ha appena pubblicato l’ultima Analisi di Sostenibilità del Debito
(DSA) per la Grecia. E’ una lettura sconfortante. La Grecia non
riuscirà mai a uscire dal suo debito attraverso la crescita. Il surplus
primario del 3,5% al quale il governo di Syriza sembra al momento deciso
a impegnarsi, è francamente insostenibile: il FMI pensa che perfino
sostenere l’1,5% sarebbe un’impresa. Le banche avranno bisogno di altri
10 miliardi di euro (oltre ai 43 miliardi che il governo greco ha già
preso in prestito per poterle salvare). La vendita di asset è una causa
persa, principalmente perché le banche – che rappresentavano una parte
preponderante degli asset in vendita – non varranno nulla nel prossimo
futuro.
Che piaccia o meno, un taglio del debito è indispensabile. Senza
taglio del debito, il suo costo lieviterà nel 2060 a un impossibile 60%
del budget governativo. Naturalmente, la Grecia andrebbe in bancarotta
molto prima – ma ciò renderebbe la situazione perfino peggiore.
Ma questa non è una novità. Il FMI va dicendo da circa un anno ormai
che la Grecia avrà bisogno di un taglio del debito. Quest’ultimo DSA è
fatto apposta per impressionare gli Europei e fare in modo che
considerino seriamente la questione. Non sorprende quindi che le
proiezioni sulla sostenibilità del debito siano decisamente peggiorate
rispetto ai precedenti DSA. Indubbiamente i creditori europei le
contesteranno, il governo di Syriza si schiererà dalla parte degli
europei perché l’unica alternativa è il Grexit, e la Commissione Europea
sosterrà che ci sono “miglioramenti” anche se l’unica cosa che sta
succedendo è che si stanno rimandando tutti i problemi per l’ennesima
volta.
Ma nascosti all’interno della pubblicazione del FMI ci sono dei
numeri davvero preoccupanti – le previsioni dell’FMI riguardo la
popolazione e la disoccupazione da qui al 2060. E penso che il mondo
intero dovrebbe conoscerle.
Ecco quello che prevede il FMI riguardo le prospettive per la disoccupazione in Grecia (il grassetto è mio):
“Le proiezioni demografiche suggeriscono che la popolazione in età da lavoro diminuirà del 10% circa entro il 2060. Allo stesso tempo, la Grecia continuerà a dover fronteggiare un’alta disoccupazione per decenni a venire. Attualmente la disoccupazione è intorno al 25%, la più alta tra i paesi OCSE, e dopo 7 anni di recessione, la componente strutturale è stimata intorno al 20%. Di conseguenza, ci vorrà molto tempo perché la disoccupazione diminuisca. Lo staff prevede che essa raggiunga il 18% nel 2022, in 12% nel 2040 e il 6% solo nel 2060”.
Quindi, anche se l’economia greca dovesse tornare a crescere e i suoi
creditori dovessero concedere un taglio del debito, ci vorranno 44 anni
per ridurre la disoccupazione greca a un dato vagamente normale. Per i
giovani greci, attualmente fuori dal mercato del lavoro, questo
significa un’intera vita lavorativa. Un’intera generazione verrebbe buttata nel cestino.
E se l’economia greca non dovesse tornare a un ritmo di crescita
sostenibile, allora la disoccupazione rimarrebbe in doppia cifra fino a...
be’, chi può dire quanto a lungo?
La verità è che 7 anni di recessione hanno distrutto l’economia
greca. Essa non può più generare sufficienti posti di lavoro per poter
occupare la sua popolazione. Il FMI stima che, perfino in periodi buoni,
il 20% degli adulti rimarrebbero disoccupati. Per generare i posti di
lavoro che sarebbero necessari ci vorrebbero moltissime nuove imprese,
forse persino intere nuove industrie. Sviluppare una simile capacità
produttiva richiede tempo e molti investimenti – e la Grecia non è certo
il posto più attraente in quanto a prospettive di investimento. In
assenza di qualcosa di simile a un piano Marshall, ci vorrebbero molti,
molti anni per riparare il danno deliberatamente inflitto alla Grecia
dalle autorità europee e dal FMI, al fine di salvare il sistema bancario
europeo.
Naturalmente, i giovani greci non si rassegneranno alla prospettiva
di sprecare tutta la loro vita fuori dal mercato del lavoro. Quelli che
potranno, se ne andranno. E questo renderà la ripresa greca ancor meno
probabile.
La Grecia ha uno dei più alti tassi del mondo di invecchiamento della
popolazione. Il FMI prevede che, per rendere sostenibili le finanze
pubbliche greche, la partecipazione alla forza lavoro dovrebbe aumentare
dall’attuale 52% a circa il 73%. Questo significherebbe che i vecchi
dovrebbero lavorare ancora molti anni, le donne dovrebbero entrare nel
mondo del lavoro retribuito, e i malati e disabili dovrebbero mettersi a
lavorare anch’essi. In sostanza, la Grecia non può permettersi
l’attuale rete di protezione sociale. Una migrazione significativa dei
giovani – o livelli sostenuti di disoccupazione – renderebbero le cose
ancora più complicate: lascerebbero la Grecia con un numero crescente di
pensionati da mantenere ma con molti meno lavoratori a sopportarne il
peso.
Quindi, anche se per i giovani si prospetta un futuro incerto, sono i
vecchi, i malati e i disabili, e coloro che se ne prendono cura, che
pagheranno il prezzo più salato per il fallimento della Grecia.
Per
loro, il futuro sembra decisamente nero.
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