Il fantasma dell’Airbus 231 della russa MetroJet si è subito fatto strada
stamattina quando le prime notizie della scomparsa di un volo EgyptAir
diretto al Cairo sono apparse sui media. A novembre dello scorso anno
nello schianto dell’aereo di linea russo morirono 224 persone per
un’esplosione a bordo.
Impossibile ancora verificare le cause della caduta nel mar
Mediterraneo del volo Ms804 della compagnia egiziana, partito ieri sera
da Parigi diretto al Cairo, ma c’è già chi parla di ipotesi terrorismo.
A bordo si trovavano 56 passeggeri, 7 membri dell’equipaggio e tre
uomini della sicurezza: 13 egiziani, 15 francesi, un iracheno, un
britannico, un belga, un saudita, un kuwaitiano, un sudanese, un
portoghese, un algerino, un ciadiano e un canadese. Poco fa il relitto
dell’Airbus 320 è stato individuato: si troverebbe, secondo i media
greci, a 130 miglia dall’isola di Karpathos, tra Rodi e Creta, nel mar
Egeo, e a 600 miglia dalle coste dell’Egitto.
Secondo quanto riportato dalle autorità cairote l’aereo è
scomparso dai radar alle 2.45 ora italiana (a meno di mezz’ora
dall’arrivo previsto nella capitale egiziana), ad un’altitudine di
11mila metri, un’altezza tale da escludere un missile terra-aria, di
quelli in mano a gruppi islamisti presenti in Egitto. La
EgyptAir aggiunge che il segnale d’allarme è partito dall’aereo circa 20
minuti prima che scomparisse dai radar, alle 2.26, ma l’esercito
egiziano nega: l’allarme è arrivato dopo la caduta, prima non c’è stata alcuna richiesta d’aiuto.
Stessa versione quella fornita dal premier egiziano Sherif Ismail: non
sono stati lanciati Sos dall’aereo e l’unico segnale è stato trasmesso
molto più tardi in modo automatico dalle strumentazioni di bordo.
La compagnia egiziana ha poi rettificato: un secondo allarme è
partito dall’aereo due ore dopo il momento presunto del caduta in mare,
alle 4.26, ma potrebbe essersi trattato di un segnale automatico.
Per ora si sa poco. Il primo ministro francese Valls e quello
egiziano Ismail dicono entrambi che “nessuna ipotesi può essere
esclusa”, mentre il presidente Hollande è in contatto diretto con la
controparte, il generale al-Sisi. Le operazioni di ricerca sono
in corso e coinvolgono squadre greche ed egiziane. È stata una nave
mercantile greca a far sapere di aver visto fiamme in cielo nella zona
sud del Mediterraneo. C’è però già chi paventa l’ipotesi terrorismo: è Jean Paul Troadec,
ex capo dell’unità investigativa francese per gli incidenti aerei
secondo cui “si è trattato quasi certamente di un attacco” perché “un
problema tecnico, un incendio o un motore in avaria non causano una
caduta istantanea, l’equipaggio ha il tempo di reagire”.
Che si tratti di attentato o di incidente, la scomparsa
dell’aereo EgyptAir è un altro duro colpo per l’Egitto in crisi
economica. Il turismo, tra le principali fonti di sostentamento della
popolazione, è in caduta libera, le strade del Cairo e le
spiagge in Sinai sono quasi del tutto vuote per la paura dei visitatori
stranieri di attentati da parte islamista.
Dall’altra parte sta la Francia, colpita negli ultimi mesi da
brutali attentati di matrice islamista, compiuti da cittadini europei,
spesso nordafricani di seconda o terza generazione che sono diventati
facili prede per la propaganda di gruppi come al Qaeda e lo Stato
Islamico a causa della quasi totale assenza di integrazione nel paese di residenza.
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