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04/05/2016

Scuola - E’ sciopero contro le prove Invalsi

In occasione delle prove INVALSI, anche quest’anno i sindacati di base della scuola (Cobas, Usb, Unicobas, Sgb) hanno convocato scioperi nei giorni di somministrazione delle prove agli studenti. Il 3 e il 4 maggio tocca alle scuole elementari, il 12 maggio alle scuole medie e superiori. In alcuni casi lo sciopero riguarderà tutti i docenti, in altri solo i docenti impegnati nella somministrazione e correzione dei test. Particolare preoccupazione, sia al Miur che alla Commissione di Garanzia, sta suscitando lo “sciopero di mansione” cioè limitato alle funzioni che i docenti devono svolgere durante e alla fine delle prove. Lo sciopero di mansione proclamato anche quest’anno dall’Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego – Scuola, è dunque un sciopero breve durante le attività connesse alle prove INVALSI di tutto il personale docente a tempo determinato e indeterminato con la seguente articolazione per i giorni della somministrazione e della correzione.

La valutazione di sistema avviene attualmente attraverso L’INVALSI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo dell’Istruzione e della Formazione, nato dal riordino del precedente istituto a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo del 19 novembre 2004, n. 286. Ma l’Invalsi è solo la longa manus di questo progetto dove centrale è l’idea del merito come focus della formazione e dell’istruzione. La valorizzazione del merito dell’allievo più bravo, del docente migliore, della scuola migliore.

La vittima designata di questo processo e di questo costrutto culturale chiamato “merito”, prodotto di una società classista e iniqua dimentica dei dati di contesto, prima di tutto socioeconomici e culturali, è la scuola equa quella che fornisce a tutti gli strumenti per orientarsi nel mondo, per abitarlo con senso critico e coscienza civile.

Dietro la meritocrazia, nemmeno a dirlo, si nascondono i tagli, il continuo disinvestimento nel sistema pubblico di istruzione, il foraggiamento dei diplomifici e delle scuole private confessionali. Quando questo modello di valutazione è stato esteso alla valutazione di istituto e di sistema, è apparsa chiara la volontà di controllo, omogeneizzazione, standardizzazione e appiattimento che il sistema implica. Anche a non voler pensare male, a non voler credere che tutto questo sia progettato per aziendalizzare le scuole e abituare i ragazzi e i bambini ad una logica di performance, invece che formarli al pensiero; si può certo dire che pare davvero difficile in un contesto complesso, relazionale e umano come la formazione, trovare standard comuni e incontrovertibili per valutare scuole di zone del paese diverse, con utenze molto diverse, contesti culturali ed economici diversi.

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