Il potere centrale di Madrid non sembra avere alcuna intenzione di evitare lo scontro finale con lo Stato catalano, compiendo un altro passo nell’escalation del conflitto istituzionale.
La Corte costituzionale spagnola ha infatti decretato la sospensione precauzionale della sessione del parlamento catalano prevista per lunedì, durante la quale il presidente Carles Puigdemont ha promesso di intervenire sul referendum del primo ottobre e che potrebbe portare all’adozione di una dichiarazione di indipendenza.
La consulta di Madrid ha accolto in poche ore il ricorso presentato questa mattina contro la convocazione della riunione dal partito socialista catalano (Psc) referente in Catalogna del Psoe spagnolo. Una decisione che getta il Psoe definitivamente nel campo della reazione aperta.
Non è chiaro al momento quale sarà la decisione dell’assemblea catalana nella quale gli indipendentisti hanno la maggioranza assoluta e che in una normativa approvata in settembre, pure bocciata dalla corte costituzionale di Madrid, ha deciso che se il ‘sì’ avesse vinto al referendum sarebbe entrata in vigore una legge di transizione di valore superiore ai pronunciamenti di qualsiasi corte spagnola.
Una posizione diversa è arrivata dal movimento Podemos, il cui leader Pablo Iglesias ha criticato duramente il discorso di re Felipe alla nazione. “Il re ha fatto un errore storico che comprometterà il suo futuro politico. Non ha parlato con nessuna forza politica fondamentale, non ha parlato con i baschi, non ha parlato con noi. Ha fatto una dichiarazione in cui ha rotto la neutralità, ha fatto il discorso del governo. Un re che è un re del governo e non è il capo dello stato di tutti i cittadini è un re che ha problemi di legittimità. Quello che ha fatto è stato molto irresponsabile”.
Parole cui fanno eco quelle del presidente catalano Carles Puigdemont: il re doveva “rispettare tutti i catalani” ha invece deciso solo di sostenere le tesi di Madrid e quindi “ha deluso tante persone” che spesso sono state al suo fianco.
L’intervento della Corte Suprema non va letto con gli occhiali costituzionali che siamo abituati ad usare in Italia. Quella spagnola è infatti assai meno indipendente dal potere politico e dalla monarchia, perché la stessa Costituzione adottata alla caduta del franchismo, alla fine degli anni ‘70, è in realtà quella vecchia appena emendata nei punti che hanno consentito la formazione di partiti, l’attività sindacale e alcune libertà civili. Ma l’assetto istituzionale complessivo resta assai poco rispettoso della tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) teorizzata come autentica espressione della democrazia parlamentare.
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