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11/09/2018

Pigs. È l’ora della “vendetta dei maiali”

“Noi siamo roba del Sud... non abbiamo nulla a che fare con la Mitteleuropa, scusi sa, noi abbiamo un’anima”, lo Zoppo della lotteria, personaggio di uno dei libri che Tabucchi ha materializzato in Portogallo, sintetizza così un senso comune oggi crescente in quei paesi della periferia europea (i Pigs), in cui la sbornia europeista degli scorsi decenni si è ormai frantumata davanti ai pesantissimi costi sociali imposti da una UE che risponde solo agli interessi di banche, multinazionali e classi dominanti.

Eh sì, perché nei paesi Pigs (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna), e non solo, la voglia di vendetta contro Bruxelles e Berlino e i loro diktat è venuta crescendo negli anni. Al momento solo in Italia ha affidato questa “vendetta” ad un voto che ha premiato una forza reazionaria come la Lega e una forza intermittente/interclassista come il M5S. Negli altri paesi Pigs le cose stanno diversamente, così come in Francia. Ed è tempo non solo di porsi le domande sul perchè ma anche di cominciare a dare risposte.

Alla “vendetta dei maiali” cioè dei Pigs, è dedicato l’omonimo libro uscito in questi giorni per conto della Piattaforma Eurostop e curato dagli economisti Luciano Vasapollo, Rita Martufi e Joaquim Arriola. Un libro di 236 pagine in una comoda versione “pocket” delle edizioni Efesto, che recita nel sottotitolo “Per un programma di alternativa di sistema: uscire dalla Ue e dall’euro, costruire l’area euromediterranea". L’elaborazione originaria degli autori è stata integrata in vari capitoli dalle osservazioni degli attivisti del coordinamento nazionale di Eurostop, dando vita ad una sorta di prodotto da intellettuale collettivo.

“Pigs. La vendetta dei maiali” in qualche modo attualizza e dettaglia il volume pubblicato sette anni fa “Il risveglio dei maiali”, un libro scritto a sei mani da Luciano Vasapollo, Martufi, Arriola e che poneva al centro proprio le conseguenze dell’unificazione economica e monetaria europea sui Pigs, i paesi periferici come Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.

Il libro in questi anni è stato tradotto in diverse lingue, segnando uno spartiacque nel dibattito politico ed economico della sinistra in Europa, in quanto affermava una tesi dirompente, anzi una rottura del quadro esistente – l’Unione Europea/Eurozona – come presupposto per rimettere in moto un processo di emancipazione politica, economica e sociale che vedesse protagonisti i movimenti sociali, sindacali e popolari dell’area euromediterranea. Come? Puntando a uscire dall’Unione Europea/Eurozona, nazionalizzando le banche e le aziende strategiche, creando una propria moneta di scambio e costruendo una nuova e diversa area di integrazione regionale su parametri opposti a quelli ordoliberisti dei trattati istitutivi dell’Unione Europea. Veniva in qualche modo evocata l’esperienza dell’Alba latinoamericana (oggi sotto durissimo attacco da parte degli Usa) come esperienza fattuale di integrazione regionale sganciata dai diktat dell’imperialismo, del Fmi e dei mercati finanziari.

Questa tesi dello “sganciamento” è stata una delle elaborazioni più importanti – e meno comprese anzi osteggiate dalla sinistra europea – dell’economista marxista franco-egiziano Samir Amin recentemente scomparso, una elaborazione ben riconoscibile in quella degli autori del “Il risveglio dei maiali” ed ora del nuovo “Pigs. La vendetta dei maiali” uscito in questi giorni.

La materia del libro è entrata di prepotenza nell’agenda politica. Costrette dai fatti, molte delle forze della sinistra europea, sono arrivate alla conclusione che l’Unione Europea è irriformabile, alcune continuano il refrain sulla revisione o la modifica dei Trattati europei ben sapendo di evocare una indicazione destinata alla sconfitta. Ma è sulle conclusioni politiche che si va delineando una frattura – o meglio una chiarezza strategica – sulla natura dell’Unione Europea e la necessità di romperla.

Il merito di aver messo la questione sul tavolo va indubbiamente all’esperienza di France Insoumise e di Jean Luc Melenchon con il suo “Piano B”. Una tesi di rottura che ha declinato le sue conseguenze prima con la richiesta di espulsione di Syriza e Tsipras dal Partito della Sinistra Europea (respinta) e poi con l’uscita di France Insoumise dal Pse.

La nettezza di Melenchon ha visto però anche iniziative tese a costruire terreni di convergenza con forze fino ad oggi meno esplicite – o silenti – sul Piano B. Il documento di Lisbona “E ora il popolo”, sottoscritto da France Insoumise, Podemos, Bloco de Esquerda portoghese (in Italia sottoscritto da Potere al Popolo), ha alzato un po’ l’asticella dei contenuti sui quali ingaggiare una battaglia politica, democratica e popolare a tutto campo contro una Unione Europea antipopolare e antidemocratica. Ma c’è ancora parecchia strada da fare, anche perché si avvicina la scadenza delle elezioni europee di maggio 2019.

L’ipotesi di costruire un’area alternativa euromediterranea come soluzione alla fuoriuscita dall’Unione Europea e dall’Eurozona (e dalla Nato), è ormai andata oltre un dibattito accademico e tra economisti per diventare una opzione politica su cui lavorare. La Piattaforma Eurostop, ormai al suo secondo anno di esistenza, presenterà questa opzione con un convegno a Roma domenica 16 settembre, il giorno successivo alla sua assemblea annuale che discuterà invece il come agire dentro la situazione politica del paese.

Il 16 dicembre verrà presentato il libro “Pigs. La vendetta dei maiali” ma sarà anche l’occasione per aprire un confronto di merito su tutti gli aspetti economici, monetari, politici e geopolitici di una ipotesi alternativa al quadro esistente e ritenuto immodificabile.

Preparare e organizzare la “vendetta dei maiali” e una fuoriuscita di segno progressista, anticolonialista e popolare dalla gabbia dell’Unione Europea, sta diventando sempre più urgente. Per combattere e battere concretamente la falsa polarizzazione tra euroliberali ed euronazionalisti su cui le classi dominanti vorrebbero chiudere il quadro e mantenere la loro egemonia sui lavoratori e i popoli europei e del Mediterraneo.

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