di Michele Giorgio
Le prossime
saranno ore decisive per l’esito delle elezioni israeliane del 9 aprile e
per il destino politico di Benyamin Netanyahu, da dieci anni al potere.
Se le anticipazioni di Galei Tzahal, la radio
militare, saranno confermate, oggi il procuratore generale, Avichai
Mandelbit, raccomanderà l’incriminazione del primo ministro per
corruzione come chiede la polizia. Sono soltanto due gli esiti possibili per Netanyahu della decisione di Mandelbit: crollo
del consenso con riflessi inevitabili nella corsa per la formazione del
nuovo governo israeliano oppure il premier di destra, facendo ricorso
alla sua abilità politica, riuscirà a capovolgere la situazione e a
presentarsi come la vittima di un complotto dei suoi avversari per
rimuoverlo dal potere con l’aiuto della magistratura. Chiamato
in causa, Mandelbit ha già spiegato che, pur comprendendo il momento
delicato, non avrebbe senso rimandare la decisione a dopo il voto del 9
aprile, come chiede Netanyahu.
Qualsiasi sarà la contromossa all’eventuale incriminazione, il primo ministro israeliano non uscirà indenne dalla vicenda.
Polizia e Mandelbit sembrano avere nelle mani prove sufficienti per
mandarlo sul banco degli imputati. Pesa in particolare il cosiddetto “caso
4000″ in cui il primo ministro avrebbe favorito Shaul Elovitch,
l’azionista di maggioranza di Bezeq, la più grande società di
telecomunicazioni di Israele, in cambio di una copertura mediatica
favorevole sul portale d’informazione “Walla”. Non solo. Il procuratore generale dovrebbe raccomandare l’incriminazione anche per il “caso
1000″, in cui Netanyahu è sospettato di aver ricevuto “regali” per un
valore di circa 280 mila dollari da amici miliardari, in cambio di
favori. E non è escluso che Mandelbit chieda l’incriminazione anche nel “caso
2000″ relativo a un presunto accordo raggiunto dal primo ministro con
il proprietario del quotidiano “Yedioth Ahronoth”, Arnon Mozes, anche in
questo caso per ottenere una copertura mediatica favorevole.
È perciò grande l’attesa che regna nel quartier generale di “Blu e Bianco”, la lista elettorale dei leader centristi Benny Gantz e Yair Lapid.
Il vantaggio che questa formazione ha nei sondaggi sul Likud, il
partito di Netanyahu, potrebbe allargarsi ulteriormente dopo l’annuncio
di Mandelbit.
La notizia riferita da Galei Tzahal è giunta mentre Netanyahu stava
incontrando il presidente russo Putin per la prima volta dall’incidente
dello scorso settembre, quando la contraerea siriana colpì per errore
un aereo da trasporto russo. Mosca considera responsabile dell’accaduto
l’aviazione israeliana che avrebbe usato l’aereo russo come schermo
durante un attacco contro Damasco. Ieri Netanyahu, rivolgendosi
a Putin, ha detto di essere determinato a continuare a colpire le
(presunte) postazioni iraniane in Siria. «La principale minaccia alla
stabilità e la sicurezza nella regione proviene dall’Iran e i suoi
accoliti, siamo determinati a continuare le nostre operazioni d’attacco
contro l’Iran e i suoi tentativi di stabilirsi in Siria”, ha ribadito.
AGGIORNAMENTO
Il procuratore generale Avichai Mandelblit ha deciso di incriminare
il premier Benyamin Netanyahu per sospetta corruzione e frode in
inchieste che lo coinvolgono. Lo dicono i media aggiungendo che al
premier sarà data la facoltà di difendersi in un’audizione prima della decisione definitiva.
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