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25/02/2019

Rogo Thyssen-Krupp, è possibile anche in Germania l’arresto dei dirigenti condannati

Il tribunale di Essen ha dichiarato che l’ordine di carcerazione dei due dirigenti della Thyssenkrupp Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz – che è stato emanato in Italia nel 2016 – è eseguibile anche in Germania.

I due, per esser chiari, possono essere rinchiusi in carcere anche nel loro paese.

La notizia circola da un paio di giorni: appena uscita sembrava molto bella, poi con il passare delle ore si è ridimensionata. Adesso, a freddo, è possibile commentarla per quello che è.

Certamente è un passo in avanti per chi vuole che i morti del 2007 abbiano giustizia.

Parliamo naturalmente delle vittime del rogo che, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007, uccise sette operai al lavoro sulla linea 5 della fabbrica Thyssenkrupp di Torino.

Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino: è sempre importante ricordare i loro nomi.

Ammazzati dalle troppe ore di straordinario – alcuni di loro erano alla dodicesima ora di lavoro – dall'inefficienza dei sistemi di sicurezza, dalla mancanza di personale specializzato ad intervenire in caso di gravi incidenti.

La giustizia italiana ha riconosciuti colpevoli di quanto avvenuto alcuni manager dell’azienda, quattro italiani e due tedeschi.

I primi stanno scontando la pena loro inflitta, i due tedeschi no.

La decisione del tribunale di Essen arriva alla fine di un lungo lavoro, iniziato con le traduzioni di tutti gli atti processuali riguardanti il rogo della Thyssenkrupp.

Dopo aver avuto accesso ai documenti, la giustizia tedesca è giunta alla conclusione che non esistono motivi o presupposti perché i due manager non debbano scontare la pena.

Il che non vuol dire che Espenhahn e Priegnitz la sconteranno immediatamente e di sicuro.

I due hanno già impugnato la decisione del tribunale, e a decidere dovrà essere la Corte di Appello. Prima di allora, nessun provvedimento sarà preso nei loro confronti.

Va anche detto che la pena che sconterebbero in Germania è al massimo di cinque anni, che è quanto prevede la legge tedesca per l’omicidio colposo.

In Italia Espenhahn è stato condannato a 9 anni e 8 mesi, Priegnitz a 6 anni e 10 mesi.

Insomma, la notizia è positiva, ma per arrivare ad ottenere giustizia il percorso è ancora lungo.

Nel frattempo Cosimo Cauferi, responsabile della sicurezza nell’stabilimento Thyssenkrupp di Torino e condannato a 6 anni e 8 mesi, da dicembre è libero. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Torino accogliendo una richiesta dei legali. Finirà di scontare la pena svolgendo servizi di utilità sociale.

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