di Michele Giorgio – Il Manifesto
Era salito a 41 morti
ieri sera il bilancio provvisorio dell’attentato kamikaze rivendicato
dal gruppo jihadista sunnita Jaish al-Adl che ha preso di mira un
autobus dei Guardiani della Rivoluzione (Pasdaran) all’altezza della
città di Chanali, nella provincia del Sistan e Balucistan, nel sud-est
dell’Iran.
Con ogni probabilità l’attacco – compiuto da uno o più
jihadisti a bordo di un’auto imbottita di esplosivo – è stato
pianificato per colpire nei giorni in cui il paese celebra i 40 anni
della Rivoluzione islamica. A Varsavia intanto ieri si è aperta
la conferenza sul Medio Oriente voluta dagli Stati Uniti che tra i suoi
scopi principali ha quello di creare un fronte unito contro l’Iran.
Sempre ieri Washington ha imposto sanzioni ad altri nove
cittadini iraniani con l’intento, afferma il segretario al Tesoro Steven
Mnuchin, di contrastare gli attacchi informatici di Tehran. «Non è una
coincidenza che l’Iran venga colpito dal terrore nel giorno in
cui inizia il circo di Varsavia – ha replicato in un tweet il ministro
degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif – Soprattutto quando
sostenitori degli stessi terroristi applaudono dalle strade di Varsavia.
Gli Usa sembrano sempre fare gli stessi errori ma si aspettano esiti
diversi».
L’attentato a Chanali è più grave nelle sue dimensioni di
quello dello scorso settembre a Ahvaz, nella provincia del Khuzestan,
durante una parata militare in cui uomini armati, pare affiliati
all’Isis, aprirono il fuoco da dietro una tribuna mentre era in
corso la parata per l’anniversario dell’invasione irachena dell’Iran.
Il bilancio allora fu di una trentina di morti, tra cui almeno una donna
e un bambino e otto membri dei Guardiani della rivoluzione.
Jaish al Adl è nato nel 2012 ed è composto da ex militanti di
Jundullah, un gruppo armato sunnita smantellato due anni prima dalle
forze di sicurezza iraniane. Agisce nell’area tra Iran e Pakistan
e di recente ha rivendicato un attacco contro una caserma di militari
Basij. Si è attribuito anche l’attentato compiuto ad aprile 2017 in cui
morirono 10 guardie di frontiera.
La provincia del Sistan e Balucistan è la più turbolenta dell’Iran.
Quello di ieri è stato l’ultimo di una lunga serie di attentati contro
forze di sicurezza e civili. Nella regione si svolge un intenso traffico
di droga contro il quale Tehran investe ingenti risorse ed impiega
migliaia di uomini.
Il Sistan e Baluchistan è anche attraversato da forti spinte
secessioniste da parte di gruppi ed organizzazioni sunnite che non
accettano il controllo delle autorità sciite. Tehran accusa i suoi
avversari, Arabia Saudita in testa, di sponsorizzare con l’aiuto del
Pakistan le formazioni armate, come Jaish al-Adl. Nel 2010 nel
Sistan e Balucistan due attentatori suicidi si fecero esplodere in una
moschea sciita a Zahedan uccidendo 27 civili. In quell’occasione fu
Jundullah a rivendicare la strage.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento