Se sei uno spocchioso vicepremier torturatore di naufraghi, anche i tuoi
soci più forcaioli rinnegano i loro principi fondanti per salvarti il
culo, e garantirti l’impunità.
Se sei un geometra qualunque con due soldi di roba in tasca, le Forze dell’Ordine ti massacrano di botte, e i medici ti lasciano morire di fame e di sete.
Non è una novità. Salvo rare eccezioni, la giustizia in Italia è sempre
stata classista quanto i governi. E il Movimento 5 Stelle non è diverso.
Appena arrivato al potere, s’è immediatamente adeguato alle regole del
gioco che fanno dell’Italia il paradiso delle mafie, più o meno
legalizzate.
Il No all’impunità dei politici era l’ultima delle Prime Direttive
rimasta ai grillini da rimangiarsi. In pochi mesi ne hanno fatto una
vera scorpacciata, occupando poltrone, comprando bombardieri, firmando
condoni edilizi e fiscali, grandi opere, e accordi commerciali negoziati da Calenda.
Un movimento fondato da due pataccari mercenari, e lanciato su un blog pieno di pubblicità e merchandising era destinato alla svendita.
Non c’è da meravigliarsi che ormai crolli ad ogni elezione, piuttosto è
sorprendente che ci sia rimasto ancora 1 elettore su 10 a votarlo,
probabilmente soltanto in odio alle repellenti alternative disponibili, a
cominciare da quel PD che magari adesso spera di riuscire a liberarsi
finalmente del riottoso Cazzaro fiorentino proprio per via giudiziaria,
per potersi riciclare sotto la maschera telegenica del fratello del Commissario Montalbano.
Intanto i traffichini di Forza Italia si riciclano con Salvini, che
secondo i sondaggi, il 60% degli italiani ritiene abbia agito “nell’interesse supremo della Nazione”
a sequestrare i naufraghi della Diciotti. Profughi stremati dal viaggio
e dalle torture subite nei lager libici, ben lontani dai ragazzoni
palestrati a torso nudo che ricorrono ossessivamente nei comizi di
Salvini. Perché lui gli africani se li immagina tutti così. Chissà cosa
ne penserebbe Freud.
Gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno votato via web sulla
piattaforma Rousseau. Il 59% ha detto Sì all’impunità per Salvini, il
41% ha capito la domanda.
È arrivata l’ora che chi spera in un vero cambiamento finalmente accetti
che non potrà arrivare attraverso le urne, né reali, né tanto meno
virtuali.
È arrivata l’ora che chi vuole un vero cambiamento finalmente capisca
che nulla sarà possibile cambiare davvero se prima non si cambierà il
modello socio-economico castale e predatorio che è da sempre,
strutturalmente, il paradiso dei gangster, più o meno legalizzati, e dei
loro complici e burattini, più o meno democraticamente eletti grazie
alla propaganda.
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