Come sempre, stiamo offrendo informazione al nostro pubblico in merito a un movimento verso cui – “da sinistra” – si esprimono condanne o speranza senza un briciolo di conoscenza effettiva. E mentre l’ex “informazione democratica” (da Repubblica al Corriere, a tutti i Tg pubblici e privati) si trastulla in fake news promuovendo un provocatore travestito da Gilet giallo, tale Christophe Chalençon*, a “capo oltranzista” del movimento.
Dunque non stiamo “facendo nostre” posizioni altrui, neanche quelle di Farbiaz. Sembrerebbe una precisazione inutile, ma il degrado del dibattito politico – oggi in Italia – è tale da rendere sempre necessario ripetere persino l’ovvio.
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Alla vigilia dell’atto XIV dei giubbotti gialli, dove sta andando il movimento? L’attivista ambientalista e anti-globalizzazione, Patrick Farbiaz, che ha appena pubblicato “I gilet gialli” con Le Croquant, è l’ospite di #LaMidinale.
Su giubbotti gialli e ecologia sociale
“È un movimento sociale ed ecologico di massa.“
“Esiste un’ecologia liberale e un’ecologia dei poveri, e questa ecologia dei poveri è stata teorizzata in America Latina dove le persone combattono per la propria sopravvivenza.”
“Stiamo assistendo all’emergere, dalle profondità della gente, di un movimento di massa che solleva la questione del diritto alla vita, che è una domanda profondamente ecologica.”
“Al di là delle rivendicazioni, c’è un aspetto di disobbedienza civile.“
“La fraternità alle rotatorie, gli ecologisti la chiamano convivialità.“
Sull’eco-socialismo
“Non sono un eco-socialista. Vengo dall’ecologia sociale.“
“Fare una copia/incolla tra ecologia e socialismo non ha molto senso. “
“Le crisi sono sia sociali che ecologiche. Queste sono crisi che sono totalmente interconnesse. “
Sull’auto-organizzazione del movimento dei giubbotti gialli
“Le persone hanno imparato a fare le loro azioni da soli.“
“Le persone chiedono ai loro rappresentanti di rispettare il proprio mandato.“
“Uno dei problemi di questo movimento è che è molto difficile delegare perché c’è il desiderio di controllare la propria azione e rappresentazione.“
Sulla continuità del movimento dei giubbotti gialli
“Penso che questo movimento abbia le sue radici nella rivoluzione francese.”
“Per le europee potrebbe esserci una lista – specialmente se sarà supportato dal Movimento Cinque Stelle in Italia – ma non sarà rappresentativa dei gilet gialli.”
“Il fatto interessante dei gilet gialli è anche che lo spettro è estremamente ampio: ci sono infatti fascisti e ci sono davvero attivisti di estrema sinistra, ma l’80/90% di questo movimento è stato fatto da manifestanti in strada per la prima volta, da persone che stanno semplicemente combattendo per la propria sopravvivenza.“
Sulla tesi di Christophe Guilluy (Francia periferica)
“Christophe Guilluy ha notato che un punto estremamente importante di questo movimento è che coloro che hanno iniziato questo movimento, sono persone che sono state intrappolate socialmente nelle aree periurbane.”
“Socialmente intrappolato significa che il 70-80% del loro budget è impiegato nel rimborso delle rate (spesso per piccoli locali), dai trasporti (e la questione dell’ecotassa) – e quindi la questione della precarietà energetica (perché devi pagare il carburante).”
“È una popolazione che ha creduto nello slogan ‘puoi scegliere la tua vita’, che è stato quello di Macron, ma anche di molti altri liberali dagli anni ’80”.
“Questa è una popolazione che non è mai apparsa nei radar, è una popolazione proletaria a tutti i livelli e sta emergendo come una forza del tutto nuova.”
“Le persone si sentono immediatamente solidali intanto come blocco popolare e quelli che identificano come il nemico è il blocco borghese.“
Sulla mobilitazione dei quartieri della classe operaia
“C’è una proliferazione di collettivi a Parigi e nella regione di Parigi, quindi la cosa inizia ad evolversi.“
“Quando ascolti i giovani dei quartieri, non hanno la memoria corta: dicono che non c’era nessuno che li abbia aiutati nel 2005, quando ci furono rivolte. Lo avevano già detto al tempo di Nuit Debout.“
“Ciò che trovo eccezionale in questo movimento, nonostante la pressione dei media, nonostante la presenza di gruppi fascisti, è che al suo interno non ci stigmatizzazioni, né delle periferie né degli immigrati; non è un problema che sia stato posto nel movimento, o lo è da un’estrema minoranza.”
“La questione dell’unità del blocco popolare è posta dai gilet gialli perché pongono in maniera massiccia la questione sociale, ma non è ancora stata posta politicamente, ed è questo che fa la forza di Macron.“
“Ciò che fa la forza di Macron è che ha unificato il blocco borghese.“
Sulla sfiducia nei confronti di partiti e sindacati
“I gilet gialli hanno mostrato i limiti dei sindacati.“
“I gilet gialli hanno contribuito a un’altra idea di lotta contro il capitalismo che non può essere limitata all’incantesimo di uno sciopero generale che non arriva mai.“
“C’è uno stravolgimento dei codici e della grammatica delle organizzazioni tradizionali, siano essi partiti, sindacati o persino la stampa.“
Sulla contraddizione tra le rivendicazioni dei gilet gialli (piuttosto di sinistra) e la svolta nei sondaggi del Rassemblement National
“Dobbiamo notare che il RN e Marine Le Pen sono precedenti, anche sulla questione dell’antisistema, e i gilet gialli si sono costruiti su questa idea dell’antisistema.“
“Dobbiamo anche riconoscere che c’è una crisi della sinistra che si è fatta assimilare ai cinque anni di Francois Hollande, e allo stesso tempo – nella sua frazione Insoumise del populismo di sinistra, teorizzato da Mouffe, attraverso l’incarnazione in una persona – non funziona.“
“Ciò che preoccupa è che, a sinistra, non ci sono alternative.“
“Ciò che è notevole nei sondaggi è che Macron si sta rafforzando. Consolida il blocco borghese. Si mangia la destra liberale classica.”
“Il nostro ruolo è costruire un blocco popolare.“
“Siamo in un periodo assolutamente storico, e il movimento dei gilet gialli sta ricomponendo il panorama politico, in modo molto più forte di quanto non abbiano fatto le Nuit Debout. “
“Viviamo, con i gilet gialli, un nuovo movimento di questa resistenza contro la globalizzazione capitalista.“
“Il gilet giallo è il simbolo di tutti gli invisibili.
** da Regards.fr
* Sull’attendibilità del soggetto, ci sembra utile riportare le informazioni del nostro redattore che segue il movimento francese e partecipa alle loro assemblee:
“Ma mi faccia il piacere!, direbbe Totò... “leader” dei GJ, per questo personaggio marginale e marginalizzato, è un termine che non resiste al vaglio minimo di una fonte mediatica francese, tranne quelle che hanno sovraesposto dei personaggi di tal fatta, senza seguito e legittimità, per screditare un movimento con il fine di impedire – senza successo – una reale convergenza delle lotte.
È paradigmatico che l’unica persona che ha voluto incontrare di Maio sia un mentecatto e mitomane che pensa di essere a capo di una nuova OAS e che cerchi disperatamente appoggio fuori dal suo paese, visto che non se lo cagano proprio di striscio, tranne l’assetto di potere macroniano che lo usa come “utile idiota”.
Un bel gioco a due (M5S e “La Repubblica”) teso a coprire il fatto che la direzione generale del movimento ed il suo sbocco politico sono sempre più chiari. È questo genere di articoli e l’assenza di report attendibili dei vari passaggi importanti delle ultime settimane da parte dei media italiani che li rende mostruosamente complici con l’assetto di potere liberista autoritario francese...”
Fonte
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