La vittoria sullo Stato Islamico è imminente – Lite sul rimpatrio dei miliziani stranieri
Al culmine del suo potere, quattro anni fa, l’organizzazione terroristica jihadista Stato Islamico (IS), in Iraq e in Siria controllava un territorio delle dimensioni del Regno Unito. Oggi l’estensione territoriale del califfato di IS si è ridotto a una superficie di circa 500 metri quadri. In quest’area gli ultimi 300 combattenti di IS si sono asserragliati in tunnel e case in una parte della località Baghuz nella provincia di Deir Al-Sor nel nord della Siria. L’alleanza militare a guida curda delle Forze Democratiche Siriane (FDS), dall’inizio dell’attacco alla località ha potuto evacuare circa 5.000 civili.
Ma ora l’offensiva contro l’ultima zona di ritirata di IS imbottita di trappole esplosive è arenata, l’aviazione USA da giorni non compie più attacchi aerei su Baghuz. Perché gli ultimi combattenti di IS, tra i quali si sospettano jihadisti stranieri, hanno preso centinaia di ostaggi – abitanti del villaggio e membri delle FDS – come scudi umani. Prima di passare all’operazione vogliamo evacuare la popolazione civile, scrive l’agenzia stampa curda ANF citando il portavoce delle FDS Mustafa Bali.
I combattenti di IS rifiutano una capitolazione e chiedono invece una ritirata libera in Iraq o nella provincia di Idlib in Siria del nord che si trova sotto il controllo della propaggine siriana di Al-Qaida, Haiat Tahrir Al-Sham. Ma secondo Bali ci sono solo due possibilità per gli jihadisti: O si arrendono o muoiono in battaglia.
Quindi, mentre la fine del dominio territoriale di IS sembra essere solo una questione di giorni, IS è lungi dall’essere sconfitto. Cellule dormienti sono già passate alle azioni di guerriglia attraverso attentati continui. Così nel fine settimana due combattenti delle FDS sono morti in attacchi nel villaggio di Dhiban, a 90 chilometri da Baghuz. Come FDS siamo del parere che la sconfitta militare di IS, rispetto alle sfide della prossima fase sia stato il passo più semplice, ha detto Bali alla pagina di notizie curdo-irachena Kurdistan24. IS come ideologia sarebbe ancora lontano dall’essere sconfitto.
Ad oltre 1.000 combattenti di IS provenienti dalla Siria che avevano con sé circa 200 milioni di dollari in contanti, negli ultimi mesi sarebbe riuscita la fuga in zone montuose e desertiche nell’ovest dell’Iraq, ha comunicato l’emittente USA CNN. Il comandate in capo delle forze armate USA in Medio Oriente, generale Joseph Votel, all’inizio di febbraio ha citato una cifra che va dai 20.000 ai 30.000 combattenti di IS che in Iraq e Siria agiscono in clandestinità.
È inoltre irrisolta la questione dei 1.300 combattenti stranieri di IS nelle carceri delle FSD e delle loro circa 4.000 mogli e bambini, internati nei suoi campi profughi. Ci sarebbe il pericolo che i prigionieri nel caso di un incombente attacco da parte della Turchia contro il territorio di amministrazione autonoma possano sfuggire, ha ammonito Ilham Ahmed, la Presidente del Consiglio Democratico Siriano che agisce come rappresentanza politica delle FDS. Le FDS da tempo chiedono che i Paesi di origine si riprendano i prigionieri e perché rispondano delle loro azioni nei loro tribunali. Nel fine settimana il Presidente USA Donald Trump via Twitter si è unito a questa richiesta ed ha minacciato che in caso contrario i combattenti stranieri di IS verranno rilasciati, anche se questi non si trovano affatto in mano statunitense.
Tra coloro che sono trattenuti in Siria del nord ci sono circa 60 cittadini tedeschi, circa un quarto di loro ex combattenti di IS, il resto donne e bambini. Il loro rimpatrio sarebbe straordinariamente difficile da realizzare, ha sostenuto all’inizio della settimana il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas. Il retroscena, oltre alla preoccupazione di non poter processare penalmente in tutti i casi gli jihadisti frequentemente inquadrati come pericolo per la sicurezza, c’è soprattutto il rifiuto di entrare in contatto diretto con l’amministrazione autonoma in Siria del nord.
https://www.jungewelt.de/artikel/349575.kampf-gegen-is-in-syrien-kalifat-in-tunneln.html
Da Junge Welt: Edizione del 21.2.2019
* Tradotto e pubblicato da Rete Kurdistan
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