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11/02/2019

Il giorno del pessimo ricordo


Il 10 febbraio del 1947 l’Italia firmava il trattato di pace dopo la guerra nazifascista ed il riscatto della Resistenza. Fu grazie al prezzo enorme della Guerra di Liberazione, con le centinaia di migliaia di partigiani, antifascisti, donne uomini bambini, imprigionati, torturati, uccisi, fu grazie a questo terribile sacrificio che il trattato di pace non inflisse all’Italia i costi che furono invece addossati alla Germania. Fu un atto di democrazia e consapevolezza firmare quel trattato e ogni revanscismo rispetto ad esso sarebbe ridicolo e violento.

A seguito di quel trattato l’Italia perse in favore della Jugolavia l’Istria, Zara, parte della VeneziaGiulia, territori in gran parte acquisiti dopo la guerra 15/18. E naturalmente tornarono alla Jugoslavia vaste aree della Dalmazia e della Slovenia, che mai erano state italiane e che solo con la canagliesca aggressione del nazifascismo a quel paese erano state annesse all’Italia.

Nei territori ceduti abitavano italiani con sloveni e croati, questi ultimi sotto l’Italia avevano dovuto subire prima la negazione violenta della lingua e di ogni identità, un feroce razzismo. Poi durante la guerra gli slavi avevano dovuto soffrire la brutalità delle rappresaglie contro la resistenza partigiana, le stragi di civili, i lager come quello di Arbe o addirittura la trasformazione di una intera città, Lubiana, in un campo di concentramento circondato da filo spinato.

Non furono solo le bande fasciste, ma il regolare esercito italiano a compiere efferati crimini contro i partigiani e la popolazione civile. Ma i nostri criminali di guerra riuscirono tutti a salvarsi e mai lo stato li consegnò alla Jugoslavia che ne aveva fatto ripetuta richiesta. Neppure in Italia furono processati.

Quando nel 1945 l’esercito di liberazione e i partigiani jugoslavi sconfissero fascisti e nazisti, con la più grande resistenza di tutta Europa, essi giunsero fino a Trieste. Ci furono allora sicuramente vendette e violenze, non solo contro i fascisti, ma anche contro italiani innocenti che vennero comunque identificati con gli oppressori.

Ma queste uccisioni, per quanto esecrabili, erano l’ultimo prodotto della guerra scatenata dal fascismo. Al di là delle singole responsabilità personali da condannare e colpire, quelle violenze erano interamente a carico del fascismo, come nel fine guerra in tutta Europa. Le foibe, usate prima dal fascismo contro gli slavi , poi divennero teatro dell’uccisione di italiani. Orribile, ma era la conclusione di una guerra feroce dove gli italiani erano stati gli aggressori.

Dopo il Trattato di pace 250.000 italiani abitanti i territori passati alla Jugoslavia si rifugiarono in Italia. Altri italiani invece decisero di rimanere in Jugoslavia, e se oggi andate nelle repubbliche di Slovenia e Croazia potete incontrare i loro discendenti.

Certo molti degli italiani che fuggirono dalla Jugoslavia sentivano l’ostilità ed il rancore degli slavi, prima oppressi. Furono spinti a fuggire. Ma anche questa emigrazione forzata era un prodotto della guerra. I tedeschi a milioni abbandonarono i territori che oggi sono parte fondamentale della Polonia. Le migrazioni furono sofferenze terribili e per molti ingiuste, ma tutte avevano una sola causa di fondo: la guerra ed il razzismo sterminatore di nazismo e fascismo contro le popolazioni slave.

Oggi il giorno del ricordo in Italia cancella questa memoria consapevole e diventa solo occasione di revanscismo nazionalista. Diventa occasione per infangare la resistenza jugoslava ed alla fine anche quella italiana. Si costruisce una falsa memoria che equipara comunismo e fascismo e che, guarda caso, i fascisti usano a man bassa per assolvere sé stessi.

Il 10 febbraio avrebbe potuto essere la data per ricordare che i costi delle guerre li pagano sempre gli innocenti e che le guerre sono un orrore da ripudiare sempre, come è scritto nella nostra Costituzione. Invece è divento il giorno con il quale Salvini e Casapound sostituiscono il 25 aprile. E questo per la malafede e l’opportunismo di tanti democratici, che volevano far bella mostra del loro anticomunismo e così hanno promosso una celebrazione revisionista falsa ed ignobile.

P.S. Per documentarsi sui crimini di guerra italiani in Jugoslavia basta una piccola ricerca, anche su Internet, il materiale è enorme.

Fonte e documentazione fotografica

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