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11/02/2019

“I Gilet Gialli hanno un istinto di classe molto forte, unirsi è stato naturale”

Come è avvenuta la contaminazione e l’unità d’azione tra un movimento popolare spontaneo e un sindacato combattivo? E possibile arrivare ad una giornata europea di lotta coordinata e comune? Jeremy Zucchelli e Alexandra Viola sono due militanti sindacali della Cgt di Marsiglia, ieri a Roma hanno raccontato, due giorni dopo un poderoso sciopero generale che ha paralizzato la Francia, come si sono “trovati” nello stesso fronte e nello stesso sciopero un movimento spontaneo che da novembre sta mettendo in crisi l’oligarchia al comando e un sindacato che ha scelto la strada del conflitto.

Jeremy e Alexandra sono intervenuti in un incontro pubblico organizzato dall’Usb all’università di Roma. Scelta lungimirante, in sala non solo lavoratori e delegati sindacali ma anche giovani e studenti che hanno posto molte domande ai due sindacalisti della Cgt.

“All’inizio i Gilet Gialli erano molto diffidenti verso i sindacati e i partiti” spiega Jeremy, “ma poi abbiamo discusso e ci siamo capiti perché hanno un istinto di classe molto forte. Siamo arrivati così allo sciopero generale del 5 febbraio, perché non basta bloccare le rotonde stradali, era necessario bloccare tutti i settori strategici del paese”.

Ma come è cominciata la sintonia tra Gilet Gialli e Cgt? “Sin dall’inizio, in alcune aree del paese, i sindacalisti della Cgt erano ai blocchi delle rotonde stradali. Quando il movimento dei Gilets Jaunes si è posto obiettivi più avanzati di quelli iniziali, siccome erano rivendicazioni anche della Cgt, l’unione è diventata quasi naturale”.

Alexandra racconta altri dettagli del movimento dei Gilet Gialli e di questa unione sul campo. “All’inizio c’erano molte donne che partecipavano ai blocchi delle rotonde. Molte sono ricorse a questa forma di lotta perché sono precarie o nei loro luoghi di lavoro non ci sono i sindacati e non possono farsi sentire con lo sciopero. Il movimento delle donne dei Gilets Jaunes è molto pacifico, ma poi tutti sono rimasti impressionati dal contrasto tra le azioni pacifiche dei dimostranti e la brutalità della polizia.

In questi mesi ci sono stati quasi 2.500 feriti dalla polizia, recentemente c’è stata la marcia aperta proprio dai feriti delle violenze poliziesche”. Alexandra ci tiene a sottolineare che di fronte alle immagini che hanno cominciato a circolare in rete e che mostravano la violenza poliziesca le cose sono cambiate. “Le menzogne diffuse sui media e il disprezzo di Macron verso i manifestanti, hanno visto crollare ogni fiducia verso i mass media. Il tono sprezzante di Macron ha fatto aumentare l’indignazione e fatto comprendere il valore della solidarietà”.

Gli interventi dei due sindacalisti della Cgt sono stati intervallati da molte domande e comunicazioni. I ferrovieri italiani hanno spiegato come sia diventato quasi impossibile esercitare il diritto di sciopero, mentre li studenti di Noi Restiamo hanno resocontato della giornata di lotta nelle università di Torino, Bologna, Siena, Urbino, Firenze e Roma che si era sviluppata la mattina. Jeremy e Alexandra sono poi rimasti sorpresi dal fatto che i Vigili del Fuoco abbiano una struttura sindacale e stiano nell’Usb, in Francia sono molto più militarizzati e corporativizzati.

Tirando le conclusioni Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale dell’Usb, ha messo sul piatto una proposta interessante. Da tempo tra i sindacati aderenti alla Wftu (Federazione Sindacale Mondiale) c’è una forte solidarietà, ma di fronte alle politiche antioperaie e antipopolari sincronizzate dai diktat dell’Unione Europea, serve qualcosa di più della solidarietà reciproca, serve coordinare una azione comune contro il nemico comune, da qui la proposta di una giornata europea di lotta dei sindacati di classe, non solo quelli aderenti alla Wftu, ma di tutte le forze sindacali convinte che occorra rovesciare la gabbia costruita per sottomettere i diritti dei lavoratori e dei settori popolari, in Europa.

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