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16/02/2019

Competizione globale: «È giunto il momento che l’Unione europea diventi una Unione di difesa»

Ogni anno, la Conferenza sulla sicurezza riunisce nella città tedesca di Monaco il gotha mondiale dei funzionari della difesa e della sicurezza a livello mondiale. L’edizione 2019 si tiene dal 15 al 17 febbraio. Di seguito, in collaborazione con il gruppo media tedesco Funke Mediengruppe, l’intervista con il diplomatico Wolfgang Ischinger, presidente di questo evento dal 2008.

Come si può agevolmente verificare, il “discorso sulla difesa” sta cambiando rapidamente all’interno della Ue, sotto l’egemonia degli interessi del capitale tedesco, in primo luogo: da “necessità di garantirsi da possibili attacchi russi” (comunque sotto l’ombrello della Nato) a costruzione di una capacità militare autonoma per supportare le pretese geopolitiche dell’imperialismo europeo nella competizione globale tra blocchi continentali. Per quanto, ancora per lungo tempo, in posizione strategicamente subordinata agli Stati Uniti.

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Gli Stati Uniti e la Russia si sono ritirati dall’accordo Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) circa il divieto di sviluppo delle forze nucleari a medio raggio. Qual è il pericolo per l’Europa?

Questo è molto preoccupante, è un ulteriore passo per abbattere la rete cooperativa tra Occidente e Oriente che è stata costruita per decenni. Se l’Inf fallisce in questo modo, c’è il pericolo che il trattato Smart sulla limitazione dei missili nucleari a lungo raggio, smetterà anch’esso di funzionare. Questi negoziati tra Stati Uniti e Russia dovrebbero proseguire non più tardi del 2021. In caso contrario, l’intero edificio di controllo nucleare crollerà.

La Russia ha già annunciato di voler sviluppare nuovi missili con una portata ancora più lunga. Questo significa che la Germania deve essere pronta a schierare nuove armi a medio raggio?

Se la Russia sviluppa nuovi sistemi, non significa necessariamente che li piazzerà sul territorio europeo. Se così fosse, tuttavia, l’Occidente del 2019 non deve reagire come l’Occidente degli anni '80. A quel tempo, gli americani installarono missili Pershing 2 e missili da crociera in risposta alle armi sovietiche a medio raggio SS20. Oggi ci sono alternative tecnologiche. Questo non deve condurci allo stazionamento di armi nucleari sul suolo tedesco. Oltre ai missili a medio raggio dall’aria o dal mare, ora ci sono armi convenzionali estremamente precise.

Come dovrebbe reagire l’Europa alle minacce russe?

L’Europa avrebbe dovuto agire con forza quattro o cinque anni fa con i russi e gli americani per far prevalere il rispetto delle regole del trattato Inf. Ma questo non è stato possibile perché c’erano opinioni diverse all’interno dell’Europa. Oggi gli europei dovrebbero rafforzare le loro capacità di difesa convenzionali. La Germania, in particolare, ha un grande ritardo da recuperare.

Nell’epoca di Trump, Putin ed Erdogan, il nostro mondo è diventato meno sicuro: in questo contesto, l’Unione europea non dovrebbe essere ridefinita?

Ovviamente! L’Unione europea ha beneficiato per decenni della protezione degli Stati Uniti in termini di politiche di sicurezza. Apparentemente, oggi non è più così ovvio. Ecco perché è giunto il momento che l’Unione europea diventi una Unione di difesa, senza abbandonare gli altri obiettivi in campo economico, sociale o commerciale. Le persone vogliono che l’Ue fornisca loro sicurezza esterna e interna e che affronti il crimine transnazionale. Questa è la nuova missione dell’Ue: garantire la sicurezza!

Il presidente Emmanuel Macron invoca un «vero esercito europeo». Questa proposta è realistica?

L’idea non è nuova. Per anni è stata sul tappeto in Germania da una parte o dall’altra. Tuttavia, usare il termine esercito europeo non ci aiuta nel dibattito attuale. Ciò porterebbe solo acqua al mulino di coloro che a Washington lamentano il fatto che gli europei non pagano comunque abbastanza per la loro difesa, e non meritano il massiccio sostegno degli Stati Uniti. Sarebbe più intelligente rendere l’Ue funzionale ai problemi di politica estera. Più di recente, non è nemmeno riuscita a trovare un accordo sul riconoscimento del presidente ad interim del Venezuela. La comunità europea deve abbandonare il principio dell’unanimità. Le questioni di politica estera devono, in futuro, essere decise a maggioranza qualificata. L’Europa deve parlare con una sola voce!

È possibile immaginare il seguente accordo franco-tedesco: i tedeschi permettono ai francesi una maggiore flessibilità per le questioni di bilancio, e in cambio partecipano all’arsenale nucleare francese?

Penso che un dibattito pubblico su questo argomento non ci aiuterebbe molto, ora. Ma, a medio termine, la domanda di europeizzazione del potenziale nucleare francese è davvero un’ottima idea. Si tratta di sapere se e come la Francia potrebbe essere disposta a mettere strategicamente la sua capacità nucleare a vantaggio dell’intera Unione europea. Concretamente: le opzioni dell’impegno nucleare della Francia non dovrebbero riguardare solo il proprio territorio, ma anche il territorio dei partner all’interno dell’Unione europea. In cambio, dovremmo definire quale contributo i partner europei potrebbero mettere a disposizione, al fine di ottenere un’equa distribuzione degli sforzi. Tuttavia, il possibile uso di armi nucleari non potrebbe, in definitiva, essere deciso da un comitato dell’Ue. Questa decisione rimarrebbe quella del presidente francese.

Quando si parla di un’equa distribuzione degli sforzi, significa che i partner europei dovrebbero partecipare al finanziamento dell’arsenale nucleare francese?

Se il costoso potenziale nucleare francese dovesse essere ampliato, non potremmo aspettarci che la Francia lo paghi da sola sul proprio bilancio. Altri partner all’interno dell’Ue, i quali trarrebbero vantaggio da questa protezione, dovrebbero contribuire di conseguenza.

L’Europa dovrebbe emanciparsi dagli Stati Uniti in termini di difesa e riarmarsi in modo radicale?

Sarebbe grave se il segnale che arrivasse a Washington fosse il seguente: non abbiamo più bisogno degli Stati Uniti e ora vogliamo essere indipendenti. Ci sono molti piccoli riferimenti sull’autonomia strategica dell’Europa. Non penso sia la strada giusta. La nostra dipendenza dalle capacità militari statunitensi è assolutamente necessaria per la sicurezza della Germania e dell’Europa, nel breve, medio e lungo termine. Siamo ciechi, sordi e incapaci senza il nostro partner americano. Noi dovremmo essere in grado di dimostrare che siamo alleati con la capacità di agire e con i quali è possibile lavorare nel campo della difesa.

Articolo tradotto in francese, da cui questa traduzione, da Sébastien Vannier, corrispondente di Ouest-France: qui

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