La Cina è il primo paese al mondo che esce dalla profonda recessione innescata dalla pandemia.
Il Pil del secondo trimestre segna un pieno recupero della situazione pre-Covid. +11.5% sul trimestre precedente, in cui era stato registrato un terribile -9.6%. Il che porta la previsione sul Pil annuale – a dicembre 2020 – a +3.2%. “Quasi” un anno di boom, per un’economia occidentale, e invece l’anno più debole della recente storia cinese.
In particolare, la produzione industriale a giugno è salita del +4,8%. Mentre soffrono ancora consumi e investimenti. Del resto, per quanto molto ri-orientata alla crescita della domanda interna, l’economia cinese è fortemente interconnessa con l’economia mondiale, che invece sta ancora pagando la follia del “metodo neoliberista” nell’affrontare la pandemia (“convivere con il virus”).
Questo comporta la necessità di ricalcolare tutti i rapporti commerciali e le politiche di investimento con il resto del mondo, avvolti al momento nella massima incertezza. Nessuno oggi può prevedere l’entità dei danni – complessivi e disaggregati su scala nazionale – del post Covid; dunque è anche difficilissimo, o quasi impossibile, rideterminare immediatamente la dimensione di ogni “leva” gestibile con la programmazione e la pianificazione più efficienti che si conoscano.
Ma è certo che la Cina sia uscita già nel secondo trimestre 2020 dalla recessione e questo è un dato significativo.
Possiamo discutere dell’affidabilità statistica ma l’ampiezza dei dati è decisamente convincente. Anche la disoccupazione è calata.
La dimensione mostruosa della reazione cinese ci dice che l’economia programmata, di piano, è quella più attrezzata a gestire il Covid e altri shock, non solo dal punto di vista sanitario ma anche economico.
Se ci fossero le condizioni per azionare un “bazooka fiscale”, Pechino riuscirebbe probabilmente a trascinare non solo il paese, ma tutto il mondo, come successe nel 2008.
Gli altri non ce la fanno, troppo intenti a farle la guerra. Comunque la si voglia definire, la Cina ancora una volta mostra un’efficienza sistemica superiore. Il che, sul piano della Storia, vuol dire aver ragione.
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