Lo aveva già detto il ministro del lavoro Orlando, PD. Il quale aveva duramente condannato “il modo” con cui dalla multinazionale GKN era partito l’annuncio della chiusura della fabbrica di Firenze e del licenziamento di tutti i dipendenti.
Sia ben chiaro gravi erano le modalità e non i licenziamenti in sé, per altro dilaganti proprio per colpa di Draghi e di tutto il suo governo.
Ora il ministro dello sviluppo economico Giorgetti – Lega, “tendenza Ursula” – ha ribadito lo stesso concetto espresso dal suo collega.
Il leghista ha affermato che i licenziamenti sono inevitabili, ma che il modo non può essere quello da Far West, perché lui vuole andare nel West. Testuale.
Dunque i ministri di Draghi che più degli altri dovrebbero occuparsi delle persone, sbattute in mezzo alla strada dalle aziende, pensano che i licenziamenti siano il prezzo inevitabile da pagare per la ripresa economica e soprattutto dei profitti.
Essi dunque non faranno nulla per impedirli o fermarli, si deve “tornare al mercato”, ha detto il loro collega Brunetta.
Però Giorgetti ed Orlando si daranno da fare perché le imprese imparino il modo giusto di licenziare. Magari con una lettera profumata, un sentito ringraziamento e gli auguri per i futuri successi nel mondo del lavoro.
Così le imprese non arriveranno fino ai pistoleri del Far West, ma si fermeranno un attimo prima, in quel West dove nel nome degli affari i nativi americani sono stati sterminati. Vittime inevitabili del progresso, direbbe Giorgetti, come gli operai oggi.
Non so se i due ministri troveranno davvero altri modi di licenziare, ma è sicuro che il loro modo di essere servi dei padroni è unico, perché è sempre il solito.
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