Luigi Marattin, come tutti gli economisti neoliberisti che si rispettino, vive in un mondo tutto suo fatto di superstizioni e bugie lautamente finanziate. La realtà, si sa, per quelli come lui, non conta!
L’economista di grido delle élite parassitarie di questo paese solo ieri provava a smontare una verità che conoscono tutti in Europa: l’Italia è l’unico paese d’Europa in cui negli ultimi 30 anni i salari sono diminuiti per colpa di una classe imprenditoriale criminale.
Nel tentativo di smentire questa tesi Marattin pubblica questi due grafici per dimostrare come la caduta dei salari dipenda dalla caduta della produttività.
Purtroppo per lui anche un Oscar Giannino qualsiasi, con il suo carico di titoli fasulli, guardando questi due grafici si renderebbe conto che:
- la produttività è cresciuta mentre i salari no;
- certo, la produttività cresce di meno che negli altri paesi d’Europa. Ovviamente perfino un Cottarelli saprebbe che la produttività dipende dagli investimenti degli imprenditori, che si traducono in nuove tecnologie e riorganizzazione della produzione e del lavoro.
Marattin si scorda anche di quei numerosi studi che dimostrano come più la produttività cresce, più i lavoratori sono pagati e più diritti hanno. Guarda un po’ le grandi imprese italiane (che innovano e pagano salari ben sopra il minimo) hanno la produttività tra le più alte d’Europa.
Tuttavia qui diremo una cosa che potrebbe cambiare la vita di Marattin, che sanno tutti gli economisti con un’alfabetizzazione di base ma che invece ignorano i neoliberisti dell’accademia. Seguici Luigi, non è difficile.
Se alzi i salari gli imprenditori saranno costretti ad investire per aumentare la produttività, mentre se consenti a Bonomi e agli altri schiavisti come lui di pagare 500 euro un/a giovane lavoratore/lavoratrice non investiranno mai e la produttività non crescerà mai peggiorando il nostro sistema produttivo.
Mostrandoci questi due grafici Luigi Marattin ha dimostrato quanto sia necessario una salario minimo per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici ma, soprattutto, per costringere buona parte di classe imprenditoriale parassitaria di questo paese ad investire aumentando la produttività di tutto il nostro sistema produttivo.
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