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08/07/2023

Colombia - Raggiunto accordo di pace tra ELN e governo

C’è la firma del presidente della Colombia, Gustavo Petro, sul decreto che dispone il cessate il fuoco con l’Esercito di liberazione nazionale (ELN) a partire dal 3 agosto. Il decreto prevede uno stop alle operazioni contro i guerriglieri dell’ELN fino al 29 gennaio del 2024.

In questo periodo le forze di sicurezza non rinunceranno ad esercitare le prerogative loro assegnate per “preservare l’integrità dei civili su tutto il territorio, così come per garantire l’ordine legale e assicurare le condizioni necessarie per l’esercizio dei diritti e delle libertà pubbliche”.

Lo stesso cessate il fuoco, chiarisce il governo, dovrà servire ad abbassare le tensioni nelle comunità, a restituire ai civili il massimo godimento dei diritti e delle libertà, premessa di un possibile ritorno alla normalità.

La firma sul decreto elaborato dal ministero della Difesa è stata presentata poche ore prima che i vertici dell’ELN rendessero esecutivo l’ordine di non compiere nuove azioni contro esponenti della polizia e dell’esercito.

L’ordine è scattato alla mezzanotte del 6 luglio, come preliminare al vero e proprio “cessate il fuoco”, durante la quale i guerriglieri dell’ELN mantengono le armi solo per scopi “difensivi”.

Era insorto qualche problema quando le forze di sicurezza avevano accusato l’ELN del sequestro di tre persone, a conferma della difficoltà di mantenere l’equilibrio nel delicato percorso di pace disegnato dalle parti.

L’accordo per sospendere le ostilità tra ELN e governo era stato trovato dopo 35 giorni di intensi negoziati a L’Avana, città che ha ospitato il terzo ciclo di colloqui.

Il capo-negoziatore dell’ELN, Israel Ramírez, alias Pablo Beltrán, ha dichiarato che l’intesa ha un obiettivo principalmente “umanitario”, mentre il capo delegazione del governo, Otty Patino, ha parlato di un passo “cruciale” per il processo di pace.

Le Nazioni Unite e la Chiesa cattolica monitoreranno il rispetto del cessate il fuoco. Nel prossimo ciclo di negoziati, che si terrà tra il 14 agosto e il 4 settembre 2023 a Caracas, in Venezuela, si proseguirà sugli altri capitoli della trattativa.

La ripresa dei negoziati tra il governo colombiano e l’ELN, era una delle priorità del presidente colombiano, Gustavo Petro, formalizzata il 21 novembre 2022, quando le parti hanno istituito un tavolo di dialogo per riavviare i negoziati di un accordo.

Dopo un primo round di colloqui tenuto a metà dicembre a Caracas, capitale del Venezuela, le parti sembravano sul punto di congelare i colloqui a fine 2022, dopo che Petro aveva annunciato un “cessate il fuoco” bilaterale che però l’ELN ha sempre dichiarato di non aver concordato.

Grazie a un ulteriore giro di tavolo, organizzato nuovamente a Caracas a metà gennaio, governo ed ELN hanno fissato il secondo round a Città del Messico. Il 2 maggio si è aperto il terzo round negoziale a Cuba.

I colloqui con l’ELN erano stati interrotti nel gennaio del 2019 dall’allora presidente colombiano, Ivan Duque, dopo l’attacco sferrato alla scuola di polizia di Bogotà che causò parecchie vittime.

Il processo di pace che riprende adesso conta come garanti i governi di Cuba e Norvegia, gli stessi del precedente tentativo di pace, del Cile e del Brasile.

Ad accompagnare i colloqui, oltre la Chiesa ci sarà anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e il governo della Spagna, unico al momento ad aver accettato l’invito esteso anche a Stati Uniti, Germania e Svezia.

Il Venezuela, con cui il governo di Petro ha riaperto i rapporti diplomatici dopo quattro anni, può rivestire un ruolo essenziale nelle trattative, vista la presenza dei guerriglieri dell’ELN sul proprio territorio.

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