Strepiti trumpiani a parte, con il segretario di Stato Rubio che un giorno garantisce che “questa è la settimana decisiva” e subito dopo minaccia il ritiro degli Usa da ogni contrattazione, fin qui si sono visti solo “segnali” lanciati per verificare la disponibilità altrui.
E ad essere onesti bisogna ammettere che questi segnali sono fin qui arrivati solo da Mosca. Prima con una tregua unilaterale di 30 ore in occasione della Pasqua (quest’anno coincidevano quella di rito cattolico e quella ortodossa), ora con la proposta di tre giorni di cessate il fuoco intorno al 9 maggio, ottantesimo anniversario della conquista sovietica del Reichstag a Berlino, la morte di Hitler e la fine della guerra in Europa.
La risposta ucraina è stata un “niet” mascherato da rilancio: “almeno trenta giorni o niente”, “questa serve solo a garantire le parate di Putin”.
A livello mediatico occidentale, il tema di un “cessate il fuoco” ha di fatto sostituito quello di una trattativa, venendo posto addirittura come ostacolo/precondizione di eventuali trattative tra le parti. Non è inutile ricordare che nella Storia delle guerre moderne non c’è praticamente alcun precedente di sospensione dei combattimenti nel mentre si negozia. Anzi, in genere si è smesso di sparare quando è stato raggiunto almeno un qualche grado di accordo.
In concreto, però la situazione sembra piuttosto lontana dall’addivenire a un pur minimo compromesso (lo ammette placidamente anche l’ex ministro degli esteri ucraino, Kuleba, ormai allocato in sedi più confortevoli). I diversi “piani” presentati sono quanto mai distanti.
La Reuters ha pubblicato i termini dell’attuale proposta Usa, presentata da Witkoff agli europei nei giorni scorsi:
▪️ Entrambe le parti avvieranno immediatamente i negoziati sull’attuazione tecnica di un cessate il fuoco permanente.In un’intervista rilasciata a Face the Nation, il ministro degli esteri russo Lavrov ha categoricamente respinto l’idea del trasferimento dell’impianto nucleare di Zaporižžja agli Stati Uniti, ribadendo le principali richieste della Russia:
▪️ L’Ucraina rinuncia ad aderire alla NATO, ma può diventare membro dell’Unione Europea.
▪️ Le garanzie di sicurezza per l’Ucraina saranno fornite da un contingente militare di Stati europei, al quale possono aderire volontariamente anche i Paesi non europei.
▪️ Gli Stati Uniti riconoscono de jure la Crimea come territorio russo e de facto riconoscono il controllo della Russia sulla regione di Luhansk e sulle parti “occupate” delle regioni di Donbass, Zaporozhye e Kherson.
▪️ L’Ucraina riprende il controllo sulle aree “occupate” della regione di Kharkiv.
▪️ L’Ucraina riprende il controllo della diga di Kakhovka e della centrale nucleare di Zaporižžja. La centrale sarà gestita dagli americani e l’elettricità sarà distribuita “a entrambe le parti”.
▪️ L’Ucraina otterrà il passaggio senza ostacoli lungo il Dnepr e il controllo sulla penisola di Kinburn
▪️ Gli Stati Uniti e l’Ucraina stanno raggiungendo un accordo sulla cooperazione economica e sullo sviluppo delle risorse minerarie.
▪️ L’Ucraina riceverà il pieno ripristino e un indennizzo finanziario.
▪️ Le sanzioni contro la Russia, imposte dal 2014, saranno revocate.
▪️ Gli Stati Uniti coopereranno con la Russia nei settori energetico e industriale.
▪️ L’Ucraina deve rinunciare ad aderire alla NATO e rimanere neutrale.Sia l’Ucraina che gli Stati Uniti continuano a sostenere che Kiev dovrebbe essere in grado di mantenere una rilevante forza militare, il che è inammissibile per la Russia.
▪️ Kiev è obbligata a smettere di distruggere legislativamente e fisicamente tutto ciò che è russo in Ucraina: lingua, media, cultura, tradizioni e chiesa ortodossa.
▪️ Le regioni di Crimea, Sebastopoli, DPR, LPR, Kherson e Zaporizhia devono essere riconosciute a livello internazionale come territorio russo.
▪️ Tutte le sanzioni contro la Russia devono essere revocate, le cause legali e i mandati di arresto annullati, i beni congelati restituiti.
▪️ Mosca deve ricevere affidabili garanzie di sicurezza contro le minacce create dalle attività ostili della NATO, dell’Unione Europea e dei loro singoli Stati membri ai suoi confini occidentali.
▪️ Il compito della smilitarizzazione e della denazificazione dell’Ucraina non viene rimosso dall’agenda.
▪️ Tutti gli obblighi di Kiev derivanti dall’accordo di pace devono essere sanciti dalla legge, disporre di meccanismi di attuazione ed essere permanenti (il che implica nuove elezioni a Kiev e la cancellazione dei “divieti” a trattare con Mosca).
Anche il portavoce di Putin, Peskov, ha osservato che “se l’Ucraina si ritirasse dalle quattro regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson”, la Russia interromperebbe immediatamente la guerra. Ma questo richiederebbe che l’Ucraina si ritiri spontaneamente dalle città di Kherson e Zaporozhye, il che è praticamente da escludere.
Ne frattempo si moltiplicano i segnali contrari provenienti dagli alti livelli della junta ucraina. Il Segretario del Comitato per la Sicurezza Nazionale della Verkhovna Rada, Roman Kostenko, ha dichiarato in una recente intervista: “In caso di congelamento delle ostilità, l’Ucraina deve intensificare le attività in Russia e compiere una serie di omicidi politici”.
Uno strano modo di intendere il “cessate il fuoco” che lo limita alla linea del fronte mentre si sviluppa un’offensiva esplicitamente terroristica... il che, paradossalmente, rafforza l’intento russo di “denazificare” l’Ucraina fino a spegnere certe “tentazioni”.
Oppure, come spiega un ufficiale russo a un gruppo di analisti del suo paese:
“Negoziati, negoziati, negoziati... Trump questo, Zeleboba quello. Tutto questo circo non serve a nulla. Non abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Gli Ukrops non si considerano ancora sconfitti. Né loro né noi siamo pronti a “scambiare” i loro territori.Brutalmente esplicito, ma in fondo è un militare... il problema è che dal lato europeo si sta facendo esattamente quel che si prevede per il prossimo futuro, anche se “l’Europa è impreparata”.
Inoltre, se non portiamo la questione alla sua logica conclusione, l’Ukrops si modernizzerà, aumenterà il personale (compresi i giovani. O meglio, prima di tutto) e continuerà la guerra. Solo che le nostre perdite in quella fase saranno molto più elevate, sia tra il personale militare che tra i civili, e ci saranno ordini di grandezza maggiori di distruzione di aree popolate e di strutture industriali/infrastrutturali. Non fatevi illusioni.
Oltre a tutto il resto, molto probabilmente gli europei, che a quel punto avranno ricostruito le loro economie su “rotaie militari” [il piano ReArm Europe, ndr], verranno ad attaccarci. E dubito che gli americani resteranno in disparte.
Quindi non abbiamo altra scelta se non quella di farlo ora e fino alla fine.
Ora siamo in guerra direttamente con gli Ukrops. Gli altri, sebbene abbiano messo le loro zampe puzzolenti, lo fanno per lo più indirettamente. Con il nuovo assetto sarà diverso.
Pronti o non pronti... siamo già in guerra. E l’iniziativa è dalla nostra parte. Anche la mobilitazione. Anche loro non sono pronti quanto potrebbero esserlo tra un paio d’anni, quando avranno fatto scorte, introdurranno la coscrizione obbligatoria, ecc..
Gli Uke hanno carenza di personale in questo momento. Dobbiamo andare a fondo della questione. Toglietevi gli occhiali rosa! Anche noi siamo stanchi, ma loro lo sono ancora di più. Un motivo in più per spremere le meningi.
Altrimenti, i morti non ci perdoneranno. Né lo perdoneranno coloro che si sono battuti per il Paese tra il 1941 e il 1945. Anche allora non eravamo pronti, ed eravamo anche stanchi morti, ma abbiamo resistito fino alla fine. E abbiamo camminato fino alla fine. Se non ce l’avessimo fatta allora, cosa sarebbe successo dopo? Qualcosa come “l’impensabile”, inclusa la Wehrmacht, che aveva riacquistato la sua capacità combattiva? E quali sarebbero state le nostre perdite allora?
Un nuovo rapporto polacco sostiene inoltre che Varsavia sta proponendo di chiudere il Mar Baltico al traffico russo.
La Polonia ha proposto di chiudere il Mar Baltico alla Russia con il pretesto di proteggere le turbine eoliche offshore, riporta Polish Defense 24.
Tra le opzioni ci sono:
– installazione di attrezzature speciali sulle turbine eoliche per il “controllo di sicurezza”, ma in realtà per guidare i missili antinave NSM;
– l’impiego di “organizzazioni di sicurezza private” ben armate con il supporto della Marina polacca.
Ciò richiederà la creazione di più di una dozzina di centri di monitoraggio speciali che, secondo gli autori, dovrebbero essere operativi giorno e notte per tutto l’anno.
Persino gli autori del piano non sanno se riusciranno a distinguere i turisti, i diportisti e i pescatori che potrebbero finire nei pressi dei parchi eolici, dai “possibili sabotatori russi”.
Solo pochi giorni fa l’Estonia – il micro-Stato da cui proviene la neo “ministra degli esteri europea”, Kaja Kallas – ha suggerito di affondare le navi russe accusate di “violare” le regole stabilite arbitrariamente dagli stessi paesi baltici.
Non pare proprio che da questo lato del “fronte”, insomma, ci sia gente che arde dal desiderio di evitare l’escalation verso la guerra totale...
Al punto da far apparire persino Trump come quasi ragionevole quando si è trovato ad ammettere che la più grande concessione che la Russia possa fare all’Ucraina è quella di non prendersi l’intero Paese.
Un riconoscimento indiretto del fatto che senza un coinvolgimento di tutto l’Occidente la guerra in Ucraina è segnata. Ma un coinvolgimento diretto sarebbe anche la fine di tutti...
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento