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30/04/2025

ANP: per il futuro leader una successione pianificata sotto l’influenza occidentale

Ramallah. Le recenti riunioni del Consiglio Centrale (23-24 aprile) e del Comitato Esecutivo (26 aprile) dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) non sono state una sorpresa. Al di là dei luoghi comuni politici, questi incontri avevano un obiettivo chiaro: ottemperare ufficialmente alle pressioni arabe e occidentali attraverso una significativa ristrutturazione della leadership, in particolare istituendo la carica di Vicepresidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).

Come ampiamente previsto, Hussein al-Sheikh è stato nominato a questo ruolo di nuova creazione, un evento celebrato apertamente da alcuni stati arabi, ricevendo in particolare le congratulazioni del Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Zayed.

L’ascesa di al-Sheikh non è un semplice rimpasto di posizioni, ma una mossa calcolata da parte di alcune forze esterne arabe e occidentali per progettare un processo di successione su misura per i propri interessi, inclusa la riduzione dei poteri del Presidente Mahmoud Abbas a un ruolo più simbolico.

Hussein al-Sheikh, che vanta ampi rapporti con “Israele” e gli Stati Uniti grazie al fatto che guida l’Autorità per gli Affari Civili dell’ANP – responsabile del coordinamento con “Israele” – è quindi diventato il successore designato di Abbas.

La sua influenza è cresciuta significativamente dopo il suo ingresso nel Comitato Centrale di Fatah nel 2009 e nel Comitato Esecutivo dell’OLP nel 2022, succedendo infine a Saeb Erekat come segretario.

Il consolidamento del potere di al-Sheikh ha coinciso con la sistematica emarginazione dei suoi rivali nell’arena politica palestinese, in particolare all’interno del movimento di Fatah. La sua ascesa è stata rafforzata dal forte sostegno arabo e dal sostegno diretto di Abbas, ulteriormente consolidato da una serie di cambiamenti nella leadership e nella sicurezza.

Il licenziamento del Primo Ministro Mohammad Shtayyeh e la sostituzione di importanti leader della sicurezza palestinese con fedelissimi della guardia personale di Abbas rientravano in questa più ampia ristrutturazione. Inoltre, migliaia di alti ufficiali militari hanno dovuto affrontare il “pensionamento” forzato nell’ambito delle riforme della sicurezza guidate da al-Sheikh.

La natura simbolica dell’ascesa di al-Sheikh è stata chiaramente dimostrata durante le recenti celebrazioni dell’Eid al-Fitr, quando ha guidato una delegazione di alto profilo, con un’elevata dose di sicurezza, alla tomba di Yasser Arafat – una pubblica affermazione del suo nuovo status politico e della legittimità della successione.

In modo critico, questa transizione di leadership orchestrata dall’esterno presenta implicazioni politiche più profonde, che vanno oltre un mero rimpasto amministrativo. Mette in luce la continua influenza araba e occidentale sugli affari interni palestinesi, sottolineando in particolare il mantenimento del controverso coordinamento per la sicurezza con “Israele”.

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