Mentre l’azienda Blue Origin di Jeff Bezos lancia il turismo spaziale, ricevendo una cascata di critiche per il carattere evidemente elitario di questa attività, sul lato militare è ancora la triade SpaceX, Palantir e Anduril a cercare di affermarsi come nuovo polo del complesso militare-industriale statunitense.
Qualche giorno fa, infatti, l’agenzia britannica Reuters ha diffuso la notizia per cui, stando alle informazioni ottenute da sei fonti rimaste anonime, si sono da poco svolti degli incontri tra i rappresentanti delle tre società e alti ufficiali del Pentagono e dell’amministrazione di cui lo stesso Elon Musk fa parte.
Al centro del confronto vi sarebbe stata la partecipazione allo sviluppo del progetto “Golden Dome”, ovvero lo scudo missilistico pensato per proteggere gli USA dalle minacce di missili balistici intercontinentali (ICBM) e armi ipersoniche. Lo scorso 27 gennaio Trump aveva firmato un ordine esecutivo proprio a questo scopo.
Già a inizio mese era emerso che il Dipartimento della Difesa di Washington stesse cercando oltre la solita platea di affermati appaltatori delle forze armate stelle-e-strisce (Boeing, Loockeed Martin, Northrop Grumman) e SpaceX, Palantir e Anduril rappresentano i candidati ideali. Non senza critiche per il doppio ruolo rivestito da Musk alla Casa Bianca.
Una delle fonti di Reuters ha detto che nella comunità della sicurezza nazionale statunitense si sta affermando un atteggiamento definito di “deferenza” nei confronti del Dipartimento guidato dal magnate sudafricano. Nessuno degli attori coinvolti ha rilasciato dichiarazioni o ha risposto puntualmente alle domande, e solo Musk ha scritto su X semplicemente che “non è vero”.
Ad ogni modo, anche l’agenzia stampa britannica ha fatto presente che il percorso del Golden Dome è ancora alle fasi iniziali, e il modo in cui evolverà è ancora tutto da definire. Ci sono più di 180 aziende che hanno espresso interesse per un progetto di cui il direttore operativo della Lockheed Martin ha detto: “in termini di importanza per la difesa della nazione, è simile al Progetto Manhattan”.
Di certo, SpaceX sembra il candidato ideale per il tipo di infrastruttura da mettere in campo. Si parla di una costellazione che dovrebbe contare tra i 400 e i 1.000 satelliti, con i quali creare una rete capace di segnalare e tracciare operazioni missilistiche dirette verso il territorio statunitense.
Una flotta di circa altri 200 satelliti, armati di missili o laser, sarebbe invece preposta alla neutralizzazione di queste eventuali minacce. In quest’ultimo caso, tuttavia, le fonti hanno indicato che SpaceX non sarebbe coinvolta nell’armamento di questi strumenti, lasciando spazio ad altri attori.
Questo rimane tuttavia uno dei nodi più spinosi: questi 200 satelliti potrebbero essere considerati non conformi al Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico, firmato nel 1967. Questo accordo vieta di collocare o stazionare armi di distruzione di massa o simili nella zona extra-atmosferica, e gli equipaggiamenti di tali satelliti potrebbe essere considerati tali.
C’è inoltre anche un altro tema che ha sollevato il dibattito intorno alle forme della sicurezza nazionale statunitense in questa nuova fase della competizione globale. Sembrerebbe che SpaceX abbia proposto lo stesso approccio tenuto dalla NASA: cioè il governo pagherebbe per il servizio e l’accesso alla tecnologia, ma senza possederla.
Questo sarebbe il primo caso di un accordo del genere per il Pentagono, che velocizzerebbe così alcune procedure. Ma due delle fonti di Reuters hanno sottolineato come, nella difesa statunitense, alcune voci abbiano espresso criticità per un sistema del genere (che di fatto resterebbe di proprietà privata) quando si parla di un’infrastruttura di questa importanza critica e portata strategica.
Intanto, altri esperti hanno già valutato che il Golden Dome potrebbe richiedere centinaia di miliardi di appalti per i prossimi anni. La Casa Bianca ha già fissato alcune scadenze, la prima all’inizio del 2026. Non dovremo aspettare molto per capire come evolverà questo dossier e il tentativo di affermare di queste nuove società nel complesso militare-industriale USA.
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