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13/04/2025

Decreto sicurezza. Attivista in sciopero della fame, ma Mattarella ha già firmato

La rete di ecologisti per la difesa climatica Ultima Generazione, per protestare contro il via libera al decreto Sicurezza varato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana, ha messo in campo una serie di iniziative.

Un attivista di Ultima Generazione, Michele Giuli, insegnante al liceo Cavour di Roma, ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere un incontro con il Presidente Mattarella e consegnare le quasi 100mila firme raccolte su una petizione lanciata da Ultima Generazione che chiedeva al presidente di non firmare l’approvazione del decreto.

Ma presidente della Repubblica, nonostante le richieste giunte da molte parti, ha firmato lo stesso il decreto sicurezza. Il testo era stato approvato nel Consiglio dei ministri di venerdì 4 aprile con un blitz che aveva bypassato il dibattito al Senato. Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 4 aprile 2025.

Come noto gli attivisti di Ultima Generazione agiscono con iniziative non-violente per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi che riguardano il cambiamento climatico e la messa in sicurezza dei territori da eventi atmosferici sempre più estremi, Ultima Generazione ha deciso di portare avanti una battaglia contro il dl Sicurezza alla luce del fatto che gli stessi attivisti e attiviste per l’ambiente sono un preciso target della criminalizzazione sancita del decreto.

Si prevede infatti che l’ammenda nei confronti di chi “distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o, ove previsto, non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui” sia tra i 20.000 e i 60.000 euro. Per chi “deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali a un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero a un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico” l’ammenda potrà raggiungere i 40.000 euro.

Ancora più gravemente, viene reintrodotto il reato di blocco stradale, punito con la reclusione fino a 2 anni, o 4 anni se commesso da cinque o più persone. Viene introdotto anche il reato di resistenza passiva durante le manifestazioni, con pene fino a 5 anni di carcere e 15.000 euro di multa.

In molti hanno definito il decreto sicurezza “il più grande e pericoloso attacco alla libertà di protesta nella storia repubblicana”.

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