La maggior parte di noi è a conoscenza del fatto che esiste una larga chiazza di plastica galleggiante nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Quello che forse non tutti sanno è che non è composta solo da sacchetti di plastica e bottiglie vuote. È composta da miliardi di piccoli pezzi di plastica, ed è praticamente invisibile a meno che non la si osservi da molto vicino.
Nota anche come Pacific Trash Vortex, la chiazza si
estende su un’area indeterminata, con stime che variano ampiamente a
seconda del grado di concentrazione plastica utilizzata per definire la
zona interessata. L’accumulo si è formato a partire dagli anni Cinquanta, a causa dell’azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre), dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro.
La chiazza è caratterizzata da concentrazioni eccezionalmente elevate di materie plastiche, fanghi chimici e altri detriti che sono stati intrappolati dalle correnti del Pacifico settentrionale. Nonostante le sue dimensioni e la densità, la chiazza non è visibile dalla fotografia satellitare,
dal momento che è costituita principalmente da particelle in
sospensione nell’acqua. Poiché la plastica degrada in polimeri ancora
più piccoli, le concentrazioni di particelle sommerse non sono visibili
dallo spazio, né appaiono come un campo di detriti continuo. Si tratta
sostanzialmente di una zona in cui la massa di rifiuti di plastica nella
superficie dell’acqua è significativamente superiore alla media.
Una precisa infografica ci offre alcuni ragguagli su questa disastrosa piattaforma galleggiante, grande almeno quanto la Penisola Iberica, e creata dall’incuria e dal consumismo dell’uomo.
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