“Sì, il programma di Ingroia è in linea con quello che ho sempre sostenuto e sotto il profilo politico mi è stata garantita massima indipendenza“. Con queste parole Giovanni Favia
accetta la candidatura a capolista del movimento arancione dell’ex
magistrato per l’Emilia Romagna, dopo una settimana di smentite e
controsmentite. Favia va così ad aggiungere il suo nome tra i possibili
candidati dei partiti che sono confluiti nella lista Ingroia come Idv,
Verdi e Rifondazione Comunista.
Una conferenza stampa affollata,
tenutasi nella sala stampa dell’Assemblea della Regione Emilia Romagna
dove Favia rimane tutt’ora consigliere per il Movimento 5 Stelle:
“Per ora non mi dimetto da consigliere regionale, ma rimarrò a far
parte del gruppo e non sarò operativo. Ad ogni modo se non verrò eletto
in Parlamento presenterò le mie dimissione irrevocabili di fronte
all’assemblea semestrale del Movimento”.
“Ho subito offese per il ‘fuorionda’ e avevo deciso comunque di rimanere nei 5 Stelle,
ma per decisione non mia” – ha continuato – “sono stato sbattuto fuori.
Ho preferito quindi candidarmi con Ingroia anche se rimango un
cittadino prestato alla politica. Sotto il profilo politico mi è stata
garantita massima indipendenza e nessun bisogno di tesserarmi a partiti o
movimenti, cosa che non farò”.
“Sono certo e contento del fatto
che il prossimo parlamento avrà una nutrita delegazione del M5s, come
spero che al suo fianco ci possa essere Rivoluzione Civile per rappresentare insieme quell’opposizione sociale e quella tutela di cui i cittadini italiani, schiacciati da lobby
o da partiti che sono diventati comitati d’affari, hanno bisogno. Io
farò la mia parte. Cambiano mio malgrado i percorsi, non gli obiettivi, e
soprattutto non i principi”.
Un incontro con la stampa che ha avuto una coda polemica. Lorenzo Alberghini,
rappresentante di Cambiare si può, la lista che ha sostenuto la
candidatura di Ingroia formalmente fino a pochi giorni fa attraverso
assemblee di cittadini e percorsi partecipati è intervenuto contestando
Favia: “Tu sei sempre stato contro i partiti e ora ti candidi con loro?”
Favia
ha letto un breve comunicato, poi è ritornato nel suo ufficio di
consigliere rilanciando una seconda conferenza stampa per i prossimi
giorni.
“Gli amici non si giudicano. A volte non si capiscono. Sempre si comprendono”, questo il commento laconico di Andrea Defranceschi,
oggi assente nei palazzi della Regione perchè in viaggio all’estero,
consigliere regionale 5 Stelle che con Favia ha condiviso numerose
battaglie in viale Aldo Moro.
“Non mi stupisce, lui ha sempre avuto grande passione per la politica” – spiega Federica Salsi,
consigliere comunale a Bologna, anche lei espulsa dai 5 Stelle e data
come vicina agli arancioni di Ingroia, “Per Giovanni si è presentata
un’occasione e l’ha colta. Ci sono molti temi comuni tra chi non si
riconosce più nel progetto politico dei 5 stelle e penso che questi
possano avvicinarsi ad un contesto di questo genere, Rivoluzione Civile è
un proseguo naturale del Movimento di Grillo”.
A non stupirsi della candidatura di Favia con gli arancioni, ma per altre ragioni rispetto alla Salsi, è Massimo Bugani,
il capogruppo dei 5 stelle in Comune a Bologna: “Favia realizza un
sogno che coltiva da mesi e per il quale ha lavorato a lungo. Aveva
calcolato tutto dal giorno del famoso fuori onda, da quando disse a
Beppe Grillo la frase ‘che fai mi cacci?’. Uno che ha fatto un errore
non attacca, ma cerca di ricucire”.
La base arancione non ci sta. Non
si è ancora attenuato l’eco della scelta definitiva di Favia che, dopo
la protesta di Alberghini durante la conferenza stampa in Regione, sui
social network si scatenano gli appartenenti a Cambiare si può di
Bologna che non si trovano d’accordo sulla candidatura paracadutata
dal leader Ingroia e imposta su altri nomi scelti dalla base con un
voto democratico in assemblea pubblica. “La maggioranza aveva scelto un
nome durante l’ultimo incontro”, spiega l’attore Ivano Marescotti tra i sostenitori di Ingroia, “una persona come Ivan Cicconi.
Ora ritrovarsi con un capolista come Favia significherà per molti fare
campagna elettorale per la sua elezione diretta e non per la una lista
nata dalla società civile. Meglio sarebbe per Ingroia metterlo secondo
in lista dopo una personalità scelta dalle Assemblee di Cambiare si
può”.
Fonte
Le prossime elezioni politiche saranno una farsa solo per la gente che sì presenterà alle votazioni, roba che nemmeno al circo.
Che schifo.
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