Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

22/01/2013

Piero Ricca su Rivoluzione Civile

Ho guardato le liste, studiato un po' l'operazione e devo dire che "Rivoluzione civile" non mi convince. La stima per il magistrato Ingroia è fuori discussione, come pure il fatto che molti punti del suo manifesto sono condivisibili.

Quel che mi lascia perplesso sono i seguenti elementi.

1 Il leaderismo. Si punta tutto sul nome di Ingroia, messo a caratteri cubitali nel simbolo, candidato in tutte le circoscrizioni, specchietto per le allodole, come Berlusconi.

2 L'ambiguità magistratura-politica. Quando sei così esposto per le indagini che hai condotto, da ultima quella su Stato e Mafia, dovresti riflettere un po' di più prima di andartene in Guatemala e poi entrare in politica, dopo settimane di traccheggiamenti e senza prima prendere la decisione, non obbligatoria ma in questo caso opportuna, di dimetterti dalla magistratura. Altrimenti contribuisci ad alimentare la critica, non sempre in malafede, di politicizzazione della giustizia. E rendi ancora più difficile la vita ai colleghi magistrati che lasci in prima linea a Palermo.

3 Il maquillage. Dietro il nome di Ingroia e la facciata riverniciata di arancione, ci sono tre o quattro piccoli partiti destinati all'estinzione parlamentare: Idv, Pdci, Rifondazione Comunista, Verdi. Se l'operazione 4 per cento va in porto, questi piccoli partiti già di fatto estinti piazzeranno alla Camera i loro dirigenti, candidati tutti in pole position. Più che di rivoluzione civile si tratta di riciclaggio politico.

4 L'unione artificiale fra diversi. Quanto ci metteranno questi signori a dividersi? Il tempo di poche sedute parlamentari, prevedo. Troppo diversi, troppi galletti di inconcilibile estrazione in un medesimo pollaio. Comunisti di varia scuola con ex fascisti, garantisti terzomonidsti con manettari e sbirri. Suvvia.

5 Il rapporto con il Pd. Se decidi di entrare in campo, come dici, contro il Montismo e per una piattaforma di laicità e riforma radicale, non puoi continuare a proporti al Pd, che ha la sua storia, ben nota, i provvedimenti di Monti li ha tutti votati in parlamento e non ha mai fatto mistero di volersi alleare con il centro dopo le elezioni. Ancora sperano di essere alternativi a Monti nelle grazie di Bersani e soci? Si può proporre la rivoluzione civile insieme a coloro che hanno contribuito a portarci così in basso?

6 Il criterio di selezione dei candidati. Chi ha deciso la posizione in lista dei candidati? Il ruolo delle assemblee locali, a quanto risulta, non è stato tenuto in alcun conto, per esempio a Milano. La mobilitazione dal basso, sbandierata a parole, non c'è stata. Si sono battute altre strade: oltre alla lottizzazione partitica, il marketing. Vedi la candidatura in posizione sicura del giornalista Ruotolo o del pentito del grillismo Favia, fatta apposta per portar via voti al M5S.

7 C'è poi un'altra cosa che preliminarmente giudico negativa. L'ispiratore dell'operazione è stato Lugi De Magistris, che pure non è in lista ma ha anch'egli piazzato qualche suo uomo in pole per la Camera. Anziché programmare rivoluzioni nazionali, sarebbe meglio che si dedicasse ai seri problemi della città di cui è sindaco. Come metodo, vale per tutti. Chi è stato eletto a una carica, prima di dedicarsi ad altro, dovrebbe prima onorare il proprio mandato.
Fonte

Nessun commento:

Posta un commento