Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

01/01/2013

Pessimo compromesso, evitato il "fiscal cliff"

Aumento delle tasse per i redditi sopra i 450.000 dollari, tagli alla spesa pubblica da decidere entro due mesi. Il Senato approva alle due di notte.

Ci sono modi migliori di salutare l'arrivo del nuovo anno, ma se si tratta di soldi e potere l'establishment di qualsiasi paese diventa disponibile a un piccolo sacrificio. Tanto quelli veri - con nuovi drastici tagli alla spesa pubblica, concentrati soprattutto sulla già scarsa spesa sociale - dovranno farli altri.
E' arrivato due ore dopo lo scadenza fissata (la mezzanotte del 31 dicembre) il via libera del Senato degli Stati Uniti all'accordo sul fiscal cliff che, evitando di mettere mano alle tasche del 98% degli americani, prevede l'aumento fiscale per chi guadagna oltre 450 mila dollari annui e postpone di due mesi i tagli alla spesa pubblica.

I tagli indiscriminati alla spesa pubblica, soprattutto, erano considerati pericolosi perché tali da assestare un duro colpo all'economia degli Stati Uniti (nella realtà, infatti, non trova grande spazio il dogma dei liberisti per cui più si lascia spazio ai privati, meglio è).
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato con una maggioranza schiacciante - 89 voti favorevoli e 8 contrari - il testo messo a punto dal vicepresidente Joe Biden e dal leader della minoranza repubblicana al Senato Mitch McConnell, che prevede l'aumento delle tasse a chi guadagna oltre 450 mila dollari l'anno e rinvia di due mesi i tagli alla spesa pubblica.
Alle 12.00 di oggi (le 18.00 in Italia) tocca alla Camera dei Rappresentanti, che il presidente Barack Obama - appena saputo l'esito della votazione al Senato - ha esortato a votare «al più presto, senza ulteriori ritardi». «C'è ancora molto lavoro da fare per ridurre il debito americano e l'accordo raggiunto assicura che la riduzione del deficit comprenderà tagli alla spesa ed aumento delle tasse per gli americani più benestanti», ha detto Obama consapevole che la strada è ancora in salita.
L'accordo raggiunto in extremis lascia infatti aperte diverse questioni, come del resto ha affermato Obama annunciando che l'intesa per evitare l'aumento delle tasse generalizzato era ormai «in vista», anche se «il problema del fiscal cliff sarà risolto gradualmente». «Se i repubblicani pensano che il lavoro per ridurre il deficit sia solo quello di tagliare la spesa dovranno cambiare idea», aveva detto.
Parole che hanno irritato diversi parlamentari repubblicani. Il presidente della Camera, il repubblicano John Boehner, ha spiegato che l'assemblea considererà il testo dell'accordo approvato dal Senato. «Decisioni sull'opportunità di apporre emendamenti o approvarlo non saranno prese fino a quando i membri della Camera non saranno stati in grado di visionare» il testo, ha affermato in un comunicato.
L'intesa, secondo fonti del Congresso, prevede tra le altre misure la proroga di un anno dei benefici legati all'indennità di disoccupazione; il mantenimento delle aliquote dell'attuale minimum tax; l'estensione per cinque anni dei crediti di imposta anche per l'infanzia e i mutui degli studenti per il college; l'innalzamento dal 35% al 40% della tassa di successione; un'aliquota al 23,8% delle tasse sui dividendi e i capital gains per le famiglie più ricche.
L'accelerazione nelle trattative si è avuta sin da due giorni fa, quando il vicepresidente Biden ha preso il posto del leader della maggioranza democratica al Senato Harry Reid, i cui colloqui con il collega repubblicano Mitch McConnell avevano raggiunto un punto morto.
Wall Street ha festeggiato le voci che davano per fatto l'accordo già ieri nel pomeriggio, e ha chiuso quindi in netto rialzo dopo diverse sedute depressive.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento