Un anno drammatico per il numero di morti sul lavoro in Italia. Nel 2012
circa 1200 lavoratori sono morti di cui 622 sui luoghi di lavoro,
nonostante la crisi devastante che ha colpito il Paese. Uno su quattro
aveva più di 60 anni al momento della morte.
Il 2012 si è concluso e anche quest’anno ci sono stati tantissimi
morti sul lavoro e non mi stancherò mai di dirlo, ancora chiamati
impropriamente ed in modo ipocrita “morti bianche”. 1180 lavoratori non
hanno fatto più ritorno a casa nel 2012, perché uccisi dall’insicurezza
sul lavoro. Un tema, quello delle stragi sul lavoro, troppo spesso
dimenticato, ignorato e di cui non si è detta una sola parola in
campagna elettorale. Non c’è stato un governo che ha fatto qualcosa di
concreto per fermare queste stragi. L’unica cosa che sono stati in grado
di fare è quella di stravolgere il Testo Unico per la sicurezza sul
lavoro (Dlgs 81/08), voluto dal Governo Prodi, che è stato modificato in
senso fortemente negativo dal Governo Berlusconi, con il Decreto
Legislativo 106/09, che ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai
dirigenti, ai preposti, in alcuni casi ha sostituito l’arresto con
l’ammenda, ha introdotto la salvamanger, che deresponsabilizza i datori
di lavoro in caso di delega e subdelega, ha prorogato di 90 giorni
l’obbligo della redazione della valutazione dei rischi (DVR) per le
nuove imprese, ecc. E questa è solo una parte del problema, perché
andrebbe ricordato che in questi anni non è stato fatto nulla per
aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro nelle aziende. Come
fanno 1850 tecnici della prevenzione delle Asl a controllare 4-5 milioni
di aziende sparse in tutta Italia? C’è un problema evidente di scarsità
di controlli per la sicurezza sul lavoro, ma non c’è stato un Governo
che abbia fatto qualcosa per aumentarli. E’ dal 2006 che vado dicendo
che la sicurezza sul lavoro andrebbe insegnata fin dalle scuole
elementari, come si fa in Francia: è così difficile fare un decreto
legge, per farla insegnare nelle scuole? Quando si è voluto, sono stati
fatti decreti legge per qualsiasi cosa, poi quando si chiedono per cose
importanti nessuno ti sta ad ascoltare. Non dimentichiamolo mai: gli
studenti di oggi, saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani.
Inoltre, manca la certezza della pena per i responsabili delle morti
sul lavoro. Normalmente i processi per le morti sul lavoro si risolvono o
con pene talmente basse che i datori di lavoro non lo vedono neanche
con il binocolo il carcere, o peggio ancora con la beffa della
prescrizione. Quando tutto ciò accade, per i familiari è come se il loro
caro fosse morto una seconda volta. Un paese civile come si definisce
lo Stato Italiano non si può permettere tutti questi omicidi sul lavoro
(un termine forte, ma sicuramente più realistico della presa in
giro “morti bianche”). E’ così difficile da capire? Ed intanto, mentre i
lavoratori continuano a morire sui luoghi di lavoro, nessuno fa nulla
per fermare questo triste bollettino di guerra.
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