Barack Obama continua i rapimenti e i trasferimenti di sospetti nemici
negli Stati Uniti. Sempre più spesso eliminati attraverso i droni che
bombardano indisturbati in Yemen, Somalia, Pakistan. L’ultimo caso: due
svedesi e un britannico rapiti a Gibuti.
L'Fbi continua a portare avanti la pratica delle
"rendition", ovvero l'arresto-rapimento all'estero di “sospetti
terroristi” con trasferimento forzoso all’interno dei confini
statunitensi senza regolare processo e in violazione delle stesse leggi
di Washington.
A denunciarlo è il quotidiano Washington Post,
rivelando l'ultimo caso che ha coinvolto tre cittadini europei, due
svedesi e un britannico, rapiti illegalmente nella piccola repubblica
africana di Gibuti perché sospettati di essere membri di al-Shabab,
formazione armata islamista attiva nella vicina Somalia. Il ministero
degli Esteri svedese ha confermato l'arresto, in agosto, e la successiva
estradizione clandestina, di Ali Yashin Ahmed, 23 anni, e Mohamed
Yusuf, 29, poi trattenuti dall'Fbi per oltre due mesi e a lungo
interrogati.
I due imputati sarebbero stati portati in un tribunale
di Brooklyn lo scorso 21 dicembre. La polizia federale statunitense ha
annunciato in un comunicato la comparsa dei due svedesi e del britannico
- Mahdi Hashi, 23 anni - davanti ai giudici della corte newyorkese, ma
non ha rivelato il luogo e le condizioni della loro detenzione. Secondo
il legale di Yusuf non esiste una motivazione valida per processare
l'assistito negli Stati Uniti e le autorità svedesi e britanniche non
hanno riscontrato alcuna attività criminale negli spostamenti degli
imputati tra Yemen, Gibuti e Somalia. I tre protagonisti dell’ultimo
caso venuto alla luce erano stati fermati per un motivo apparentemente
futile lo scorso agosto a Gibuti ma una volta in cella sono stati
interrogati da agenti speciali statunitensi. Due mesi dopo il loro
arresto i tre sono stati incriminati durante un'udienza segreta di un
grand jury federale a New York e poi trasferiti in un carcere segreto
sempre negli Stati Uniti.
Gibuti, il piccolo paese del Corno
d'Africa controllato politicamente e militarmente dagli Stati Uniti,
ospita la grande base di Camp Lemonnier, snodo strategico da cui partono
i droni spia statunitensi e le cosiddette “operazioni antiterrorismo”.
"In
un certo senso ora le rendition sono ancora più importanti di prima"
afferma alla stampa statunitense Clara Gutteridge, attivista del gruppo
per la difesa dei diritti umani “Equal Justice Forum”, spiegando che
queste detenzioni segrete vengono utilizzate dagli Stati Uniti in
maniera complementare rispetto ai sempre più frequenti e sanguinosi raid
in Medio Oriente, in Asia Centrale e in diversi territori africani. Del
resto Obama si è ben guardato dal chiudere il lager di Guantanamo,
all’interno della base USA a Cuba, dove da anni i ‘sospetti’ rapiti in
diverse parti del mondo vengono portati e poi interrogati e torturati.
Nonostante gli sforzi dei giuristi agli ordini della Casa Bianca, non è
stato trovato nessun cavillo che permetta, rispettando le leggi
statunitensi, di elaborare un percorso legale che arrestare ‘sospetti
terroristi’ all'estero e portarli davanti alla giustizia negli Stati
Uniti. Tanto da far rivalutare i rapimenti e i trasferimenti illegali e
da far ritenere spesso più breve e rapida la soluzione degli omicidi
mirati o dei veri e propri bombardamenti indiscriminati attraverso i
droni utilizzati per attacchi molto frequenti in Pakistan, Yemen,
Somalia. Una opzione non disponibile ai tempi di Bush, che per il lavoro
sporco era costretto a utilizzare squadre di agenti o militari.
Non è noto quante siano le extraordinary rendition che sono state
portate a termine nel primo mandato di Obama. Nel 2009, nonostante le
dichiarazioni di condanna rispetto all’operato dell’amministrazione
repubblicana precedente, Obama ha autorizzato la prosecuzione dei
rapimenti illegali di ‘sospetti’ al di fuori dei confini degli Stati
Uniti e il loro trasferimento e interrogatorio negli USA, anche se con
la ‘raccomandazione’ di evitare le torture come il waterboarding o la
deprivazione sensoriale.
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