La Troika ordina, il governo Samaras obbedisce. La tassa straordinaria
sugli immobili si pagherà anche nel 2013 e anche sulle case abbandonate.
Vendute le ferrovie e il consolato di Londra, i prossimi saranno i
dipendenti pubblici.
Avevano promesso che l’odiosa tassa sugli immobili, che
centinaia di migliaia di greci non riescono a pagare e che tante
proteste ha generato, sarebbe stata abolita o quantomeno alleggerita. Ma
non è stato così. Al termine di una riunione durata tre ore, i leader
dei tre partiti che sostengono il governo – il premier conservatore
Antonis Samaras di Nea Dimokratia (centro-destra), il socialista
Evangelos Venizelos (Pasok) e Fotis Kouvelis di Sinistra Democratica –
hanno ceduto alle imposizioni della troika ed hanno quindi raggiunto un
accordo sul punto cruciale del prolungamento anche per quest'anno del
pagamento della tassa immobiliare straordinaria tramite le bollette
elettriche. Col trucco, tentando così di far passare la loro decisione
come diretta ad alleviare l’imposizione fiscali sulle fasce più deboli
della società. Infatti l’imposta – che è stata ribattezza Efa (Tassa
Immobiliare Unica) – verrà sì ridotta del 10 o 15% in base a dove sorge
l’abitazione, all’anno di costruzione dell’immobile e alla situazione
economica del proprietario. Ma a partire dal 2013 verrà estesa ad ogni
genere di immobile, anche a quelli privi della fornitura di energia
elettrica, ai terreni agricoli o fabbricabili e anche alle vecchie case
abbandonate. Il che vuol dire che molte famiglie in condizione di
estrema difficoltà economica ma in possesso di alcuni terreni o vecchi
immobili da cui non traggono nessun reddito dovranno pagare – e come? –
anche il 50% in più rispetto allo scorso anno. E se non lo faranno si
vedranno tagliare l’elettricità senza tante storie o procedure
burocratiche. Del resto ad Atene e nelle altre città elleniche sono già
decine di migliaia le persone che vivono senza energia elettrica, o
perché gli è stata staccata per non aver pagato l’Efa o perché se la
sono fatta staccare, non essendo in grado di pagare neanche le bollette.
Intanto le ‘trattative’ tra rappresentanti di Bce, Ue e Fmi sono così
complicate che i tre funzionari della troika potrebbero rimanere ad
Atene un’altra settimana. Il governo sa di dover accontentare le
richieste dei commissari se vuole ottenere il via libera alla
concessione della tranche del primo trimestre da 6 miliardi e a quella
di marzo, da 2,8 miliardi di euro, già approvata dall'Eurogruppo a
dicembre ma non ancora concessa perché, secondo la troika, la Grecia non
aveva rispettato alcune condizioni considerate "indispensabili". Tra
queste i licenziamenti di almeno 25mila statali entro il 2013, misura
sulla quale l’esecutivo Samaras tentenna perché scatenerebbe un’ennesima
massiccia protesta sociale e sindacale. Per far cassa, dopo la
decisione di privatizzare le ferrovie del paese, il governo ha ora
deciso di vendere la sede del Consolato Greco a Londra.
Intanto
anche oggi i trasporti pubblici di Atene e del resto della Grecia
saranno fermi per otto ore, nel terzo giorno di sciopero dei lavoratori
del settore che protestano contro l’abolizione del contratto collettivo e
la riduzione dei loro salari. Ieri a fermarsi per 24 ore sono stati i
controllori di volo mentre mercoledì avevano scioperato i marittimi.
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