Vent’anni fa veniva ratificato a Maastricht il trattato che avrebbe dato
avvio al processo di unificazione monetaria europea. Nei propositi di
Mitterrand e di altri, la nascita dell’Unione monetaria avrebbe
costretto il governo tedesco a condividere con gli altri paesi membri le
decisioni di politica economica, limitando in tal modo la potenza della
Germania riunificata e mantenendo un equilibrio di poteri all’interno
dell’Europa. Come svariati economisti avevano fin dall’inizio previsto,
tuttavia, le cose stanno andando diversamente da quanto auspicato dai
padri costituenti dell’euro. Il
“monito degli economisti” pubblicato il 23 settembre scorso sul
Financial Times
segnala che le politiche dell’Unione stanno in realtà tuttora
accentuando le divergenze tra gli andamenti economici dei suoi paesi
membri, e che dunque l’assetto dell’eurozona resta insostenibile. Di
questa evidenza sembrano aver preso piena coscienza i movimenti
nazionalisti, xenofobi e di estrema destra. Le sinistre europee, invece,
al momento non sembrano intenzionate a svegliarsi dal “sogno”
dell’unità europea. Una intervista a Emiliano Brancaccio.
Fonte
In breve: la Germania batte la stecca a tutto il continente da 20 anni. Il capitalismo teutonico ringrazia mentre la sinistra europea dorme.
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