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18/05/2016

Tutto il potere alle banche, a cominciare dallo sfratto

Un governo criminale nasconde nel silenzio i suo gesti inguardabili e si fa dipingere come un santo da media compiacenti. Storia vecchia come il mondo, ma sempre attuale.

C’è voluta una mezza protesta degli ufficiali giudiziari – proprio quelli che ti notificano un avviso di sfratto o similari – per avere nozione esatta delle conseguenze sociali di un codicillo compreso in una nuova legge partorita in assoluto silenzio da Renzi, Boschi & co.

Si tratta dell’articolo 4 del decreto legge del 3 maggio 2016, numero 59, comunemente chiamato “decreto banche”. Una legge di “semplificazione”, è stato detto e scritto, ma di cosa?

Semplice davvero: se non ce la fai a pagare la rata del mutuo la banca ti prende la casa subito, senza passare più dal giudice, quindi senza neanche il preavviso di sfratto (impugnabile, rinviabile, appellabile) che ti veniva “notificato” appunto da un ufficiale giudiziario.

Da settembre insomma, alla tua porta si presenterà un “custode” nominato dalla banca (quasi sempre un avvocato), con tanto di pattuglia di agenti di polizia preparati per buttarti fuori di casa senza alcun preavviso. Così, dalla sera alla mattina, mentre ti stai preparando il caffè, preparando i figli per la scuola o facendo la doccia.

Tecnicamente, uno sfratto per mancato pagamento delle rate del mutuo, dunque per pignoramento, si chiama “ordine di liberazione”, ovvero svuotamento dell’immobile da persone e cose. E questo il “custode” e la polizia si limiteranno a fare. Dove andrà la famiglia buttata in strada in poche ore? E che gliene frega a loro...

Una tecnica esecutiva così brutale fa pensare che la norma sia stata studiata proprio per evitare una reazione sociale organizzata, come avviene – fortunatamente – in molte città con i presìdi antisfratto. Ma in realtà la portata della legge è assi più ampia (ne avevamo parlato qualche giorno fa proponendovi un articolo di Pasquale Cicalese.

Di fatto, in qualsiasi caso di ritardo nel pagamento dei debiti, si supera automaticamente qualsiasi procedura giudiziaria e subentra il cosiddetto “patto marciano” che ora – attenzione – sta iniziando a preoccupare persino Confindustria (vedi i due articoli allegati qui in fondo). Per il buon motivo che la “garanzia” offerta dal debitore (tipicamente un immobile) al creditore passa in questo modo di proprietà in un attimo. A richiesta del creditore.

Nel caso di una normale famiglia, come si è visto, nessuno se ne preoccupa. Nel caso di una impresa industriale, commerciale o dei servizi, invece, c’è Confindustria che – ieri, nel corso di un’audizione in Commissione Finanze al Senato – è andata a chiedere modifiche per “riequilibrare il rapporto tra banche e imprese”. Nel senso che la normativa appena approvata attribuisce un potere assoluto a creditore, ossia alla banca; e questo, come ampiamente previsto, rischia di provocare un collasso industriale mai visto. La banca, infatti, pensa soltanto a rientrare del proprio prestito. Cosa accade dell’industria (o della famiglia mutuataria) non è affar suo.

Ne – alla luce del “decreto banche” – dello Stato.

Gli articolo da IlSole24Ore di oggi:

Patto Marciano 2

Patto Marciano Confindustria

Fonte

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