di Francesco Dall'Aglio
Si sta facendo un gran parlare dei missili che la Corea del Nord avrebbe (il condizionale è d’obbligo) fornito alla Russia e che quest’ultima avrebbe usato nei giorni scorsi nei raid su Kharkiv.
Gli USA si dicono sicuri, la Gran Bretagna anche (tanto che il Segretario della Difesa Grant Shapps ha assicurato che la Corea del Nord “pagherà un prezzo alto”), mentre un po’ a sorpresa sono gli stessi ucraini a frenare, dicendo che le indagini sui frammenti recuperati a Kharkiv devono essere ancora ultimate.
L’unica cosa di cui sono sicuri è che il missile su cui stanno lavorando “è un qualche tipo di Iskander” (ovvero un missile balistico a corto raggio), ma che tipo e prodotto dove non è ancora chiaro.
Un’occhiata alle foto che sono venute fuori non chiarisce i dubbi, ma sembrerebbe effettivamente indirizzare verso la Corea del Nord. Nella prima (in evidenza, ndr), Kim Jong-Un ispeziona la versione coreana degli Iskander (prontamente ribattezzati “Kimskander”), chiamati in Occidente KN-23 e in Corea Hwasong-11Ga.
Gli ugelli nella parte posteriore, evidenziati, parrebbero proprio quelli dei missili caduti a Kharkiv (foto 2) mentre quelli degli Iskander sono più allungati. La foto 3 (intanto ha nevicato) non ci aiuta, bisognerebbe vedere il pezzo smontato.
Ad ogni modo la questione non riveste troppa importanza dal punto di vista militare. Il “Kimskander” ha una gittata leggermente superiore a quella di un Iskander (450-600 km), ma una testata più piccola (500 kg contro 600-800 kg), quindi non è un “gamechanger”, come piace dire ai nostri Iacoboni.
Sarebbe casomai interessante capire se la Corea del Nord (sempre ammesso che quelli siano davvero nordcoreani) ha fornito anche i lanciatori, oltre che i missili, ma alla fine si tratta, per la Russia, soltanto di una questione economica. Quello che invece preoccupa davvero gli USA, e in subordine la Gran Bretagna, è un’altra cosa, al di là del materiale da propaganda del tipo “asse del male”, “consorzio dei tiranni” e “Russia ridotta a mendicare missili dalla Corea del Nord”.
Ed è una preoccupazione legittima. Finora Kim si è limitato a tirare missili in mare, ma non li ha mai testati su bersagli reali e contro difese antiaeree ben strutturate. E per capire se un sistema d’arma funziona davvero, e non solo in esercitazione, ci vuole soltanto una guerra.
Alla Corea torneranno indietro un bel po’ di informazioni molto importanti per capire cosa non va e prendere provvedimenti e la cosa, appunto, è preoccupante.
Con l’anno nuovo il discorso bellico nella regione è salito di tono, tra Xi Jinping che ha detto che la riunificazione della Cina (ovvero l’annessione di Taiwan) è “una necessità storica” e Kim che ha dichiarato che la riunificazione delle due Coree in modo pacifico non è più un’ipotesi possibile, che una guerra nella regione potrebbe scoppiare in qualsiasi momento, e che le forze di deterrenza nucleare nordcoreane sono pronte a rispondere a qualsiasi azione militare statunitense o sudcoreana.
E per non farci mancare niente, l’altro ieri la Corea del Nord ha sparato 200 proiettili d’artiglieria in direzione dell’isola Yeonpyeong. La Corea del Sud ha risposto con 400 colpi in direzione nord, ai quali sono seguiti altri 60 colpi nordcoreani.
Raramente queste cose vanno a finire bene.
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