Domenica sera, la resistenza palestinese ha lanciato una raffica di razzi da Gaza verso le città israeliane di Ashdod e Ashkelon.
I media israeliani hanno riferito di feriti multipli e di danni materiali significativi a seguito degli attacchi.
Le Brigate Al-Qassam, il braccio armato del movimento di resistenza palestinese Hamas, hanno rivendicato la responsabilità del lancio di razzi, affermando che si trattava di una risposta ai “massacri sionisti contro i civili”.
Secondo il quotidiano israeliano Israel Hayom, i rapporti iniziali indicavano un colpo diretto ad Ashkelon, provocando l’invio di squadre mediche di emergenza.
Il comune di Ashkelon ha confermato che una persona ha riportato ferite lievi mentre la città ha riportato danni materiali.
Il canale israeliano Channel 13 ha successivamente riferito che tre persone sono rimaste ferite, mentre Channel 12 ha aggiornato la cifra a sette, tutte trasferite all’ospedale Barzilai. Il canale ha anche rilevato ingenti danni a edifici e veicoli.
I media israeliani hanno riferito che sette razzi sono stati lanciati verso Ashdod, mentre l’esercito israeliano ha dichiarato di aver rilevato circa dieci razzi lanciati da Gaza, la maggior parte dei quali sono stati intercettati. In seguito è stato confermato che cinque razzi lanciati dal centro di Gaza sono stati intercettati, mentre altri sono caduti in varie località del territorio israeliano.
A Gaza le brigate Abu Alì Mustafa (vicine al Fplp) hanno annunciato di aver abbattuto un drone israeliano che conduceva operazioni di intelligence nel nord della Striscia, mentre le Brigate Al Quds (ala militare della Jihad islamica) affermano di aver distrutto un veicolo militare israeliano utilizzando un potente ordigno esplosivo “Thaqib” piazzato in precedenza ad Al-Shuja’iya, nella parte orientale di Gaza.
In Israele gli oppositori di Netanyahu hanno commentato duramente questi avvenimenti. Per Benny Gantz,: “Un anno e mezzo dopo la guerra, Hamas sta ancora lanciando razzi contro gli israeliani”. Avigdor Lieberman, capo del partito Yisrael Beiteinu, ha criticato il governo, denunciano che: “Un anno e mezzo di guerra, con i razzi ancora lanciati, 59 ostaggi detenuti e il governo del 7 ottobre ancora al potere, parlare di vittoria totale non ha senso”.
A Gaza dal 18 marzo, quando è stata interrotta tregua, 1.335 palestinesi sono stati uccisi e 3.297 feriti. Solo nelle ultime 24 ore tra i palestinesi ci sono stati 26 morti, 113 feriti a causa dei bombardamenti israeliani su Khan Younis e Gaza City.
In Cisgiordania è una giornata di sciopero generale in risposta all’appello lanciato dalle forze nazionali e islamiche palestinesi per condannare la guerra di sterminio contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e la continua aggressione contro le città e i paesi palestinesi.
Lo sciopero ha riguardato tutti gli aspetti della vita, dalle istituzioni ufficiali e civili ai settori commerciale, educativo e dei trasporti. Le scuole pubbliche e private e gli istituti bancari hanno chiuso i battenti, lo sciopero ha incluso i trasporti pubblici, le strade erano vuote di veicoli e pedoni, e fabbriche e officine sono rimasti chiusi.
Lo giornata di protesta avviene mentre gli israeliani continuano a fare irruzione nelle città e nei paesi della Cisgiordania, in concomitanza con le campagne quotidiane di arresti. Risultano arrestati 4 palestinesi del campo di Al-Jalazun, a nord di Ramallah. Un giovane è stato arrestato a Hebron e un altro a Nablus, oltre a sette giovani della città di Qalqilya, nel nord della Cisgiordania.
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