L’operazione fallita che mirava a liberare l’italiano Franco
Lamolinara e l’inglese Cristopher Mc Manus in Nigeria è stata pilotata
dal commando dello Special Boat Service, un’unità di forze speciali
della Royal Navy inglese. Insieme alle SAS (Special air sevice) al SRR
(Special reconnaissance regiment) al SFSG (Special forces support group)
e al SFC (Special forces communicators) fanno parte del gruppo United
Kingdom special forces.
Non
è la prima missione in cui le forze britanniche non riescono nel loro
intento e per verificare ciò non bisogna andare neanche troppo indietro
nel tempo. Fu la SAS, insieme probabilmente a due funzionari dei servizi
segreti del MI6, nell’ultima guerra in Libia a destare scalpore per una
figuraccia clamorosa: otto membri del corpo operativo erano stati
catturati dai ribelli libici che li avevano scambiati per mercenari. Il
team britannico si era calato da un elicottero in una cascina di Bengasi
senza avere il permesso dei comandanti ribelli: furono catturati con
armi, esplosivi, cartine e passaporti falsi che avevano al seguito. In
questo caso l’ambasciatore britannico in Libia, Richard Northern, fu
costretto a chiamare a uno dei capi ribelli per chiederne la liberazione
e chiarire il “malinteso” (la telefonata fu trasmessa dalla televisione
di Stato libica).
Sempre la SAS e i suoi metodi brutali fallirono
insieme alla Gran Bretagna tutta nel 1951 con l’operazione malcondotta
in Malesia contro lo “sviluppo della guerriglia filocomunista”. Il
conflitto dimostrò di non aver portato a nessun risultato concreto, ne
seguì il ritiro inglese nel 1967. In dubbio anche le recenti azioni in
Afghanistan come espressamente affermò Najibullah Lafraie, ex ministro
degli esteri afghano, sostenendo che le violente azioni delle forze
speciali britanniche “favorirebbero l’instabilità”.
Più o meno
erano gli stessi giorni di marzo del 1988 quando un’ altra operazione
della SAS che doveva prevenire quello che sarebbe dovuto essere un
attacco dei ribelli irlandesi dell’Irish Republican Army finì in
tragedia. In circostanze parecchio strane i militari britannici uccisero
i tre irlandesi Danny McCann, Seán Savage e Mairéad Farrell accusati
di esser terroristi ma senza mai trovare gli esplosivi nella macchina
sospetta. Le famiglie delle vittime appellatesi anche alla Corte europea
dei diritti dell’uomo trovarono riscontro rispetto alla violazione
dell’articolo due della Convenzione da parte dei soldati britannici.
Fonte.
Della serie, quando i Rambo farebbero meglio a starsene a casa piuttosto che combinare casini e ammazzare poveri cristi in giro per il pianeta.
PS: Inghilterra di merda!
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