Secondo i comunicati ufficiali della missione Isaf, un soldato
americano avrebbe fatto strage di civili in due differenti località
nella provincia di Kandahar. Pesantissimo il bilancio che al momento
conta quindici civili uccisi e altri cinque feriti. Tra le vittime ci
sarebbero anche donne e bambini. Subito dopo il gesto folle il soldato
si è consegnato alle autorità. La notizia, data in un primo momento dal
Washington Post, è stata confermata da una nota del comando Isaf, la
missione Nato presente in Afghanistan.
Le testimonianze degli
abitanti del villaggio contrastano non poco con le “indagini”
ufficiali: a sparare, secondo tutti i testimoni, non sarebbe stato un
soldato in preda ad un raptus di follia, ma un gruppo numeroso di
militari definiti “ubriachi” da chi ha assistito alle sparatorie.
“Sono arrivati ridendo e urlando. Poi sono entrati in casa e hanno
sparato”, dicono i testimoni.
Non sarebbe la prima volta che le
versioni ufficiali della missione militare in Afghanistan si rivela del
tutto infondata. E del resto appare molto improbabile che un militare se
ne vada in giro da solo nella notte per territori ostili del tutto
indisturbato a compiere una strage riuscendo poi a rientrare alla base
in tutta tranquillità e sicurezza.
Il distretto in questione, a
sud-ovest di Kandahar City, è stato uno dei campi di battaglia più duri
della guerra in Afghanistan. Questo episodio, avvenuto sulla scia del
rogo dei Corani che ha scatenato la rabbia del popolo afgano, rende la
situazione nel paese ancora più pericolosa ed esplosiva.
Durissime,
almeno nella forma, le reazioni del governo afgano, secondo cui la
missione militare ha ormai superato ogni limite tollerabile di
coinvolgimento di civili. Preoccupata la reazione statunitense. Obama
promette “indagini approfondite”.
Fonte.
Me li figuro già i risultati delle approfondite analisi promesse da Obama.
Nessun commento:
Posta un commento