Contrariamente alla prassi di sempre, la minoranza de "la Cgil che vogliamo" non è stata neppure invitata.
E'
un passaggio gravissimo che trasforma le istituzioni democratiche
all'interno del più grande e storico sindacato italiano in proprietà
privata della segreteria confederale. E che preannuncia un accordo
talmente schifoso che non si può neppure discuterne con tutto il gruppo
dirigente, ma solo con la parte che direbbe "sì" ai desiderata del
segretario generale, la craxiana Susanna Camusso. L'unica categoria a
esprimere contrarietà alla decisione, a quanto si è appreso, è ancora
una volta la Fiom.
La notizia data da Gianni Rinaldini, nel primo pomeriggio.
***
La CGIL che Vogliamo esclusa dalla riunione in CGIL sulla trattativa: dichiarazione del coordinatore nazionale Gianni Rinaldini
"E'
in corso in CGIL una riunione dei segretari generali delle categorie e
dei territori sulla trattativa col governo sul mercato del lavoro. Per
la prima volta è stata esclusa dalla discussione la minoranza
congressuale che per prassi consolidata e per rispetto del pluralismo a
riunioni di questo livello ha sempre partecipato. Se le motivazioni
attenessero al rispetto della riservatezza sarebbero infondate e
persino offensive del senso di responsabilità dei componenti la
minoranza. E' piuttosto,a questo punto, legittimo – e inquietante- il
sospetto che le ragioni di tale esclusione riguardino il merito dei
testi che la CGIL si appresterebbe a sottoscrivere".
***
La dichiarazione di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom e membro del direttivo Nazionale della Cgil.
L'Apartheid per tutti e la resa della Cgil
La
segreteria Cgil ha convocato una riunione informale dei dirigenti per
valutare con riservatezza quelle proposte del governo i cui testi sono
già sui giornali. La minoranza congressuale per la prima volta non è
stata invitata. C'è una forma che corrisponde ai contenti di un accordo
che si profila catastrofico per i lavoratori. Oramai è chiaro infatti
che l esercizio fondamentale in corso è quello della propaganda
bipartisan per piegare il sindacato confederale a firmare una sconfitta
superiore persino a quella subita per le pensioni. I capisaldi del
possibile accordo sono infatti agli occhi di tutti, altro che
riservatezza!
Essi sono:
- la conferma di tutte le forme contrattuali della legislazione di questi anni comprese le più assurde e devastanti. Tutto
questo in cambio di una lotta alle truffe che si dovrebbe fare
comunque e che non dovrebbe essere merce di scambio per nulla; e di un
po' di tasse in più sul lavoro a termine che fanno arrabbiare le
imprese senza dare alcun giovamento ai lavoratori.
-
La riforma degli ammortizzatori sociali è in realtà una controriforma
come sulle pensioni. Oggi chi perde il lavoro in una fabbrica ha
diritto nella realtà, tra Cig e mobilità, da tre a cinque anni di
copertura salariale. Col nuovo regime la copertura sarà di 12 mesi e di
18 per chi ha più di 55 anni. E la platea interessata sarà
sostanzialmente la stessa. I disoccupati cronici ed i precari che
lavorano meno di un anno su due non avranno niente, altro che reddito i
cittadinanza. E non a caso tutta la trattativa è fondata sulla
attenuazione di questi tagli per i più anziani colpiti dalla
controriforma delle pensioni. e non a caso si cerca di rinviare il più a
lungo possibile l' inizio di questa riforma che penalizzerà tutti e in
particolare i giovani
- L' articolo 18 non c'è più. Esso
resta integrale solo per i licenziamenti esplicitamente
discriminatori, quelli di un padrone cosi stupido da cacciare un
dipendente perche ateo o comunista o vegetariano... nella mia lunga
esperienza sindacale non ne ho incontrati mai. Per tutte le altre forme
di licenziamento il potere deterrente dell'articolo 18 è minato alla
radice e non è difficile immaginare il clima alla Marchionne che
dilagherà nei luoghi di lavoro.
Ammesso
che sia sindacalmente e moralmente accettabile uno scambio sui
diritti, qui non ce ne è neanche mezzo, tutti perdono qualcosa. Si
diceva che si voleva rompere l'apartheid nel mondo del lavoro tra
garantiti e no, ma lo si fa estendendo a tutti discriminazione e
precarietà. Sappiamo che la propaganda di regime esalterà questo come un
grande accordo, ma ci siamo abituati E' la stessa propaganda che
spiegava che era interesse dei lavoratori perdere la scala mobile sui
salari, che oggi sono tra i più bassi d Europa e vengono travolti dalla
inflazione.
E' quello che faremo.
Il solito teatrino merdoso all'italiana.
I sindacati FIOM esclusa sono una vergogna nazionale cazzo.
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